Prospettive e sfide nel mercato europeo dei coils
Lo slancio rialzista dei prezzi dei coils avviato dai produttori di acciaio nelle scorse settimane sulla scia dell’incremento dei costi delle materie prime e di un’attesa fase di ricostituzione delle scorte lungo la filiera ha subito un certo rallentamento.
I prezzi dei coils sono risultati pertanto stabili nelle ultime tre o quattro settimane stante la debolezza della domanda che ha ostacolato i tentativi dei produttori di posizionare le loro offerte su valori più alti.
Gli operatori si aspettano che il prossimo round di approvvigionamento per la ricostituzione dei magazzini possa verificarsi a metà giugno, ma è diffusa anche la convinzione che i volumi richiesti possano risultare limitati. Sia i grandi che i piccoli acquirenti tendono ad essere ancora attendisti e preferiscono acquistare tonnellaggi bassi, per evitare l’assunzione di grossi impegni di approvvigionamento.
Si stima però che le scorte lungo la filiera non siano elevate e che questo possa far scattare presto delle attività di riordino.
Inoltre l’approssimarsi delle trattative per i contratti a lungo termine per la seconda metà del 2024 del settore automotive porta a ritenere che i produttori tengano posizioni ferme volte a mantenere il livello dei prezzi attuali fino alla conclusione dei contratti del secondo semestre. La fermezza delle posizioni dei produttori si riconduce anche all’esigenza di aumentare i livelli di marginalità che attualmente risultano particolarmente compressi.
Pertanto nonostante l’attività di trading limitata, fonti di mercato ritengono che i prezzi rimarranno stabili nel breve periodo.
I tempi di consegna dei produttori europei sono attualmente di cinque o sei settimane.
Le offerte di importazione sono rimaste stabili nelle ultime settimane, con un differenziale di prezzo di 30-50 Euro/ton rispetto ai prezzi dei prodotti europei. Il differenziale è considerato insufficiente per giustificare i rischi legati alle misure di salvaguardia in corso di revisione entro il 30 giugno ed i rischi di fluttuazione dei prezzi considerati i lunghi tempi di consegna.
[Nella foto un’immagine dallo shooting negli stabilimenti SANGOI GROUP.]
Produzione mondiale di acciaio, Aprile 2024
Si evidenzia il calo del 5,8% di Asia e Oceania che hanno prodotto 114,8 Mt.
L’UE (27) ha prodotto 11,3 Mt, in aumento dell’1,1%.
Il Medio Oriente ha prodotto 4,6 Mt, in calo dell’8,2%.
Il Nord America ha prodotto 8,9 Mt, in calo del 5,2%.
La Russia e gli altri paesi della CSI + Ucraina hanno prodotto 7,4 Mt, in calo del 3,5%.
Il Sud America ha prodotto 3,4 Mt, in calo del 3,9%.
I dibattiti sull’acciaio verde
Si è svolto di recente un convegno organizzato da Eurometal, l’associazione dei distributori europei di acciaio, sul tema della transizione verso l’acciaio verde per fare il punto sulle criticità del passaggio.
E’ emersa un’insufficiente capacità produttiva considerata la prevista crescita della domanda sulla spinta degli obiettivi zero emissioni nette nell’UE per il 2050.
I settori da cui emerge attualmente la maggiore attenzione a questa tipologia di acciaio sono l’elettrodomestico e l’automotive.
Lo sviluppo di una maggiore capacità produttiva dipenderà dalla riconversione di molti impianti di produzione siderurgici in forni elettrici. Questo pone però il problema di un’adeguata disponibilità di rottame che potrebbe diventare un elemento critico. L’alternativa allo sviluppo della capacità produttiva per la produzione di acciaio verde potrebbe consistere nella riconversione degli impianti a ciclo integrale per l’utilizzo di ferro a riduzione (DRI). La soluzione richiede però elevate disponibilità di fonti rinnovabili per produrre idrogeno con investimenti molto costosi.
Tra le questioni riguardanti il passaggio ad una maggiore produzione di acciaio green è stato poi evidenziato che attualmente non esiste un unico standard di definizione dell’acciaio verde. Il criterio di comparabilità attualmente utilizzato diffusamente per la qualificazione dell’acciaio verde è dato dall’impronta di carbonio prodotto ma si avverte la necessità di un coordinamento sul tema a livello di settore.
Per quanto riguarda le stime sulla domanda di acciaio verde si prevede che esse si collochino su circa 49 milioni di tonnellate nel 2030 (Stima di Klöckner & Co)
Nel contempo si prevede che entreranno in funzione oltre 45 milioni di tonnellate di nuove capacità di acciaio verde tramite forno elettrico o tramite produzione di ferro a riduzione diretta tra il 2025 ed il 2030 con possibili attesi ritardi di almeno 15 milioni di tonnellate.
Fonti del settore hanno stimato che nel 2023 i volumi di acciaio verde scambiati in Europa sono stati inferiori a 100.000 tonnellate, con la maggior parte delle stime che si aggirano intorno alle 50.000-70.000 tonnellate
Il prezzo dell’acciaio piano verde ha un valore di mercato superiore all’acciaio al carbonio laminato piano comune di circa 150-250 euro per tonnellata (Fonte Fastmarket)
Attualmente il 40% dell’acciaio europeo è prodotto da rottami. Solo l’1% circa proviene da DRI-EAF (ferro a riduzione diretta) mentre il resto dell’acciaio è prodotto da forni convenzionali ad ossigeno (BF-BOF). La maggior parte dei prodotti piani in acciaio è prodotta tramite forni convenzionali ad ossigeno.
Paolo Sangoi riconfermato alla Presidenza di ASSOFERMET ACCIAI
Siamo onorati e orgogliosi della riconferma di Paolo Sangoi alla Presidenza di Assofermet Sezione Acciai per il secondo mandato.
Classe 1964, Paolo entra presto nell’azienda di famiglia per affiancare il fratello Andrea nello sviluppo del Centro Servizi avviato dai genitori nell’operoso Friuli negli anni Settanta. Presto a loro si affianca anche la sorella Alessandra.
Dell’acciaio che lavorano, il destino li costringerà a fare loro una delle caratteristiche più importanti: la resilienza, la capacità di resistere alle sollecitazioni a basse temperature. Nel 2007 se ne va a soli 69 anni Gino Sangoi, seguito appena tre anni dopo dal primogenito Andrea.
Si guarda avanti. Il 12 Dicembre del 2023 si taglia il traguardo dei 50 anni di attività. Il Gruppo vola oltre i 100 milioni € di fatturato. Le aziende sotto la holding di famiglia sono diventate quattro.
La reputazione che hanno sul mercato i Sangoi si riflette nella Presidenza della delegazione Friuli-Venezia Giulia che AIDDA (l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda) assegna a Lidia Pino, la moglie del fondatore, dal 2011 al 2017, nella Vicepresidenza che Confindustria Udine assegna ad Alessandra nel quadriennio 2013-2017 e nella Presidenza che ASSOFERMET assegna a Paolo per il triennio 2022-2024 e ora rinnovata al 2027.
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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group