Andamento del mercato dei piani

La debolezza della domanda sta condizionando l’andamento del mercato dei piani con un ritmo degli scambi molto rallentato. I buyers si astengono dal lanciare nuovi ordini di acquisto sulla scia del basso consumo finale e questo ostacola la riduzione dell’eccesso di scorte lungo la filiera. Nella prima metà dell’anno molti operatori avevano infatti aumentato il livello dei loro magazzini per il timore di una contrazione della reperibilità del materiale sul mercato. La preoccupazione era stata innescata dalle possibili conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina e dal correlato rally dei prezzi dell’acciaio all’inizio dell’anno. Quando poi è parso evidente che non ci sarebbe stato nessun rischio di shortage il mercato si è fermato facendo sparire la domanda apparente. Gli analisti prevedono che l’assenza di domanda apparente perdurerà almeno fino alla fine dell’anno.

Viene osservato che nonostante il calo della domanda, le acciaierie hanno recentemente ridotto gli stop produttivi per beneficiare dei sussidi governativi messi in atto per limitare l’impatto dei costi energetici per i settori ad alta intensità energetica. L’intervento sta agendo come stimolo alla produzione ma allo stesso tempo sta provocando un eccesso di offerta considerati gli attuali bassi livelli di consumo.

 

Il sentiment

Le aspettative del mercato sono condizionate dal clima incerto aggravato dall’ulteriore calo dei prezzi dell’acciaio proveniente dall’Estremo Oriente.

Gli operatori di mercato si attendono che la domanda riprenda a partire dal primo trimestre del 2023. Molto dipenderà dall’evoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina e dal recupero della domanda interna della Cina frenata dal rallentamento del mercato immobiliare interno e dalla politica zero-Covid.

Alcuni analisti prevedono che le principali economie difficilmente riusciranno a riprendersi prima di 18 mesi, ma come sempre, vanno tenuti presenti i fattori che potrebbero stimolare un nuovo ciclo di crescita quasi da un giorno all’altro. Il ritorno della crescita della domanda cinese sarebbe il fattore di rialzo più forte, ma una tregua tra Ucraina e Russia è un’altra condizione molto attesa. Qualora ciò non accadesse vanno messi in conto tagli più profondi della produzione siderurgica in particolare in Turchia e nell’UE.

 

Le trattative con il settore automotive

Fonti riportano che la scorsa settimana siano state avviate trattative con i clienti del settore automobilistico per contratti a lungo termine senza finora raggiungere alcun accordo. Le acciaierie puntano a stabilizzare i prezzi, mentre i produttori automobilistici puntano a diminuzioni di circa 250-300 euro/mt rispetto ai contratti precedenti sulla scia del calo del mercato spot. Le acciaierie sembrano disponibili a concedere contratti a breve termine rispetto agli accordi annuali o semestrali considerata la volatilità del mercato.

 

Prospettive sul settore siderurgico nel 2023

Secondo il recente report di Eurofer la domanda apparente di acciaio diminuirà del 3,5% su base annua nel 2022 e dell’1,9% su base annua nel 2023. Le previsioni aggiornate di Eurofer hanno rivisto al ribasso quelle del report di agosto in cui era indicato un previsto calo dell’1,7% su base annua quest’anno, seguito da una forte ripresa del 5,6% nel 2023.

Secondo il report di ottobre Il consumo apparente di acciaio è destinato a diminuire anche nel 2023 seppure ad un ritmo inferiore, poiché la domanda dei settori che utilizzano acciaio dovrebbe rimanere fortemente contenuta, almeno fino al secondo trimestre del 2023.

La correzione negativa nella domanda del 2022 riporterebbe il consumo apparente in Europa a 145 milioni di tonnellate, il livello registrato nel 2019.

 

Le previsioni sui settori utilizzatori di acciaio dell’UE

I settori che utilizzano acciaio pur avendo dimostrato una buona tenuta nel primo semestre 2022 hanno iniziato a risentire degli effetti della guerra tra Russia-Ucraina con un impatto negativo sulle loro produzioni previsto già a fine anno. Impatto destinato a perdurare anche nel 2023 con un calo delle loro produzioni dello 0,9%.

Per l’automotive, uno dei principali settori di utilizzo di acciaio, Eurofer prevede una crescita moderata dell’1,1% nel 2023 basata su una probabile attenuazione delle interruzioni della catena di fornitura e sul miglioramento delle prospettive economiche e industriali.

Eurofer ha rivisto al rialzo le sue previsioni anche per il settore delle costruzioni, con una crescita del 5,6% prevista nel 2022 rispetto al 5,3% del report precedente. Tuttavia lo slancio è destinato a perdere velocità nei prossimi trimestri del Q4 2022 e del Q1 2023 con l’attività di costruzione per l’intero anno 2023 in calo dell’1%.

 

La produzione di acciaio mondiale al mese di settembre 2022

La produzione di acciaio grezzo a settembre è salita del 3,7% rispetto a settembre 2021 ed è stata la prima volta nel 2022, con aumenti di produzione in Cina che compensano le diminuzioni nella maggior parte delle altre aree secondo i dati di Worldsteel. Anche nel confronto con la produzione dello scorso agosto il volume di produzione mensile globale è stato superiore del 2%.

La produzione cinese ha registrato un aumento del 17,6% rispetto a settembre 2021 e un aumento del 3,7% rispetto al mese di agosto con un volume di 87 milioni di tonnellate, che corrispondono al 57,3% del volume totale globale.

Ciò ha portato la produzione globale totale per i primi nove mesi del 2022 a 1,41 miliardi di tonnellate, in calo del 4,3% su base annua, con la produzione cinese per il periodo in calo del 3,4% a 780 milioni di tonnellate.

Il secondo produttore mondiale, l’India, ha visto la produzione di acciaio grezzo aumentare dell’1,8% sull’anno a settembre a 9,9 milioni di tonnellate, anche se questo è stato inferiore del 2,5% rispetto ai livelli di agosto, portando il totale dei nove mesi del paese a 93,3 milioni di tonnellate, in crescita del 6,4% sull’anno.

Nel frattempo, tutti gli altri 10 paesi produttori di acciaio hanno visto la produzione diminuire a settembre.

Si stima che la Russia – il quinto produttore mondiale – abbia prodotto 5,7 milioni di tonnellate, in calo del 6,8% su base annua e in calo del 3,2% rispetto al mese precedente. Il calo è stato probabilmente dovuto alle sanzioni occidentali imposte ai prodotti siderurgici russi a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte del paese. Nei primi nove mesi del 2022, la produzione russa è scesa del 6% sull’anno a circa 54,6 milioni di tonnellate.

 

Produzione europea in calo del 17,2% su base annua

Tutta l’Europa, Regno Unito compreso, ha registrato un calo produttivo del 17,2% sull’anno a 14,2 milioni di tonnellate a settembre, superiore del 7,6% rispetto ai livelli di agosto e ha portato il totale dei nove mesi a 140,4 milioni di tonnellate, in calo dell’8,5% sull’anno.

Il più grande produttore europeo di acciaio, la Germania, ha prodotto 2,8 milioni di tonnellate a settembre, in calo del 15,4% su base annua e dell’1,1% mese su mese al livello più basso da agosto 2020. Anche la produzione della Germania nei nove mesi è diminuita del 6% sull’anno a 28,2 milioni di tonnellate.

Il forte calo delle produzioni europee dipende anche dalla chiusura in tutta Europa di una serie di impianti in risposta alla domanda di acciaio più debole e ai costi energetici più elevati.

La Turchia ha prodotto 2,7 milioni di tonnellate di acciaio grezzo a settembre, in calo del 19,4% su base annua e del 5,9% sul mese. Nei primi nove mesi dell’anno, la Turchia ha registrato un calo del 9,3% a 27,3 milioni di tonnellate di produzione.

 

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Alessandra Sangoi

Alessandra Sangoi
CEO

Mercato acciaio ottobre 2022

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