Andamento del mercato dei piani

Il divario dei prezzi dei coils del mercato europeo rispetto ai prezzi del mercato asiatico si è ulteriormente ampliato nell’ultima settimana. Questo ha determinato un forte rallentamento degli scambi alimentato da un diffuso sentiment ribassista. Ciò nonostante i prezzi dei coils offerti dalle Acciaierie Europee non hanno ancora subito importanti flessioni. Il motivo viene ricondotto ad un portafoglio ordini che si mantiene ancora elevato tenuto conto degli effetti derivanti dalla ridotta capacità produttiva conseguente ai problemi tecnici ed alle manutenzioni programmate negli impianti dei produttori europei.

Secondo fonti il ritorno sul mercato delle principali acciaierie europee si prevede a luglio per le consegne di settembre. Il loro ritorno potrebbe accompagnarsi con un riallineamento ai prezzi asiatici ma non si esclude nemmeno che nel frattempo in Asia i prezzi possano anche riprendersi.

 

Le quote di salvaguardia

Sebbene l’opzione di approvvigionamento dei coils in Asia sia quella più vantaggiosa in questo momento, vanno tenute presenti le implicazioni della possibile saturazione delle quote di salvaguardia. Qualora ci fosse un massiccio ricorso all’import con il superamento delle quote disponibili verrebbe infatti vanificato anche il beneficio dell’attuale differenza di prezzo. Il superamento delle quote disponibili comporterebbe infatti l’applicazione di un dazio che può raggiungere la percentuale del 25%

Tra le aree di import di maggiore interesse l’India ha registrato una saturazione critica del 96% per lo zincato a caldo e per i volumi del primo trimestre. La Corea del Sud ha utilizzato più della metà dei volumi. Cina, Corea e Regno Unito hanno utilizzato circa un terzo dei loro volumi a partire dal 5 maggio, secondo quanto riportato dalle fonti.

L’importazione di bobine indiane è stata favorita anche dalla cancellazione del dazio all’esportazione nel novembre 2022. La quota dei coils a caldo indiana è utilizzata al 23%. La Corea del Sud ha utilizzato il 39% delle quote di coils a caldo e il 22% delle quote dei coils a freddo in aprile.

 

I rallentamenti delle economie Cinese e Turca

La flessione dei prezzi dei coils nell’area asiatica viene messa in relazione al mancato rimbalzo della domanda che i produttori cinesi si attendevano con la cessazione delle restrizioni Covid. Le acciaierie cinesi pare avessero aumentato significativamente le loro produzioni in previsione di un miglioramento dell’economia dopo il post zero Covid ma tale aspettativa non si è concretizzata. Questo le costringe ora a vendere il loro acciaio sul mercato di esportazione facendo leva sul prezzo.

Anche in Turchia i consumi di acciaio hanno deluso le aspettative legate all’attesa ricostruzione post-terremoto che invece si è bloccata a causa dei ritardi collegati alle prossime elezioni parlamentari.

 

Le previsioni di Antonio Marcegaglia

Durante la fiera Made in Steel che si è svolta a Milano la scorsa settimana, Antonio Marcegaglia nel corso di un’intervista ha dichiarato di prevedere un leggero aggiustamento al ribasso dei prezzi per i nastri laminati a caldo e i suoi derivati, ma non una drastica domanda o riduzione dei prezzi.

Sempre secondo Marcegaglia, le restrizioni europee sulle quote di import di coils, gli aumenti dei prezzi logistici la carenza di disponibilità di bobine da parte dei produttori europei, hanno spinto i prezzi verso l’alto. Ciò ha comportato l’attuale notevole divario tra i prezzi delle bobine europee e i valori internazionali.

Il differenziale tra i valori in Europa e in Asia sta inducendo gli operatori a gestire i loro acquisti con cautela e ad adottare un atteggiamento attendista ma il rallentamento della domanda potrebbe essere solo momentaneo.

Negli ultimi giorni in Cina i futures, così come il mercato fisico, hanno visto un rimbalzo positivo anche se modesto. Ciò potrebbe significare che alcuni produttori di acciaio cinesi e altri asiatici possano aver tagliato la produzione invece di rischiare sovraccapacità e prezzi in calo, ha osservato Marcegaglia.

In Europa, l’equilibrio tra gestione delle scorte e domanda e offerta sta creando “mini-cicli”, ha spiegato. Fino a luglio, Marcegaglia prevede che l’acquisizione di ordini continui a essere lenta e il processo di destocking persista a causa dell’incertezza, ma una domanda reale più robusta dovrebbe riemergere a settembre. Sebbene le tendenze della domanda siano per lo più allineate in tutti i paesi europei, la Germania e l’Europa settentrionale stanno mostrando consumi più forti e più stabili rispetto ai paesi più “nervosi” e sensibili ai cambiamenti dei prezzi dell’Europa meridionale e orientale, ha affermato il presidente.

 

Le previsioni di Eurofer sul consumo di acciaio nell’UE

La crescita della produzione dei settori che utilizzano acciaio dell’UE dovrebbe rallentare allo 0,3% su base annua nel 2023, dopo una crescita del 3,1% nel 2022, ma poi accelererà al 2,3% nel 2024, secondo Eurofer.

Il settore dell’automotive ha delle buone prospettive di crescita per l’anno in corso.

Il calo principale della produzione quest’anno è previsto nel secondo trimestre. La proiezione è tuttavia migliore rispetto al calo della produzione dello 0,6% previsto per il 2023 nelle prospettive precedenti.

La produzione industriale dell’UE nel quarto trimestre dello scorso anno è aumentata del 2,5% su base annua, nonostante la guerra in Ucraina e le relative perturbazioni collegate anche all’impennata dei prezzi dell’energia, mostrando così una resilienza inaspettata, sottolinea Eurofer.

La produzione di costruzioni, ingegneria meccanica e altri trasporti è aumentata rispettivamente del 4,8%, 7,9% e 7% nell’intero anno 2022, mentre la produzione di elettrodomestici è diminuita del 5%, secondo l’indice SWIP (steel weighted industrial production) dell’UE.

 

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Alessandra Sangoi

Alessandra Sangoi
CEO

Mercato al 8 gennaio 2024

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