Prospettive e sfide nel mercato europeo dei coils
Situazione Generale
In un contesto di mercato poco vivace, i prezzi dei coils hanno registrato modesti rialzi, a seguito dei tentativi dei produttori europei di aumentare le loro offerte di almeno 20-30 euro per tonnellata per le consegne di settembre. La spinta al rialzo dei prezzi è sostenuta dalla conferma delle misure di salvaguardia sulle importazioni di coils decise dalla Commissione Europea.
Misure di Salvaguardia
A fine maggio, la Commissione Europea ha comunicato le modifiche alle misure di salvaguardia dell’acciaio, approvandole definitivamente un mese dopo l’annuncio. Per il mercato dei coils a caldo, il cambiamento principale riguarda l’introduzione di un limite del 15% per paese rispetto ai volumi totali del contingente residuo “Altri Paesi”.
Implicazioni sui Costi
Fonti indicano che la restrizione dei limiti all’import comporterà un aumento dei costi stimato tra 40 e 60 euro per tonnellata per gli importatori. Questo incremento annulla l’apparente vantaggio di prezzo valutato dai buyers sulla base del differenziale delle offerte estere rispetto a quelle europee. Le restrizioni alle quote di salvaguardia determinate dai nuovi meccanismi introdotti dalla Commissione Europea potrebbero aiutare i produttori europei ad incrementare i prezzi dei coils anche se ciò sta risultando difficile a causa della debolezza degli scambi.
Previsioni di Mercato
Gli operatori di mercato prevedono che le modifiche limiteranno le importazioni di coils nell’UE, con una riduzione stimata dei volumi di importazione di circa 1,0-1,5 milioni di tonnellate nella categoria “altri paesi”.
Dati Doganali
Secondo i dati doganali dell’UE al 3 luglio, alcuni paesi hanno già superato significativamente la loro assegnazione per il terzo trimestre del 2024. Egitto, Vietnam, Giappone e Taiwan hanno superato il limite del 15% del contingente di salvaguardia dei coils laminati a caldo dell’UE per il terzo trimestre, subito dopo l’inizio del nuovo periodo di validità del contingente.
Nel frattempo, l’India ha esaurito oltre due terzi della sua quota HRC (coils a caldo). I tonnellaggi che superano il contingente dovranno pagare dazi doganali o essere soggetti a costosi stoccaggi fino al periodo contingentale successivo. Si stima che il dazio medio ammonti a circa l’8%, pari a circa 50 euro per tonnellata.
Impatto sulle Importazioni
L’India, che è una delle principali fonte di import di coils a caldo, ha mostrato scarso interesse per il mercato degli scambi con l’Europa nel secondo trimestre stante il quadro incerto. Si prevede quindi che la sua quota residua possa non saturarsi rapidamente. Ciò nonostante gli operatori lamentano la mancanza di preavviso della decisione della Commissione Europea di implementare il tetto del 15% considerato l’impatto sui costi dei coils provenienti da Paesi con quote esaurite.
Alcuni acquirenti sembrerebbero intenzionati a sdoganare solo i tonnellaggi che soddisfano la quota ed a immagazzinare il resto del materiale nei porti, incorrendo però in costi di stoccaggio elevati e in impegni finanziari dovuti all’allungamento dei tempi di giacenza.
Intenzioni dei Produttori
I produttori europei di acciaio hanno la necessità di aumentare i prezzi per i coils laminati a caldo con consegna a settembre anche in considerazione delle trattative contrattuali a lungo termine e nonostante i portafogli ordini deboli e i tempi di consegna stimati in cinque o sei settimane. Le fonti riportano che per la consegna di settembre, i produttori abbiano pianificato aumenti di 20-30 euro per tonnellata, con annunci ufficiali probabili alla fine di luglio.
I negoziati con l’industria automobilistica sono in corso, con l’obiettivo di rinnovare i prezzi alle stesse condizioni del primo semestre del 2024. Tuttavia, le trattative non sono ancora state finalizzate.
L’evoluzione del mercato dei coils resta incerta ed è importante seguire gli sviluppi delle prospettive del periodo autunnale.
[Nella foto un’immagine dallo shooting negli stabilimenti SANGOI GROUP.]
Il punto sull’acciaio verde
Secondo recenti dibatti sul tema dell’acciaio verde la definizione stessa di acciaio verde sta evolvendo da criteri di compensazione del carbonio verso una produzione effettivamente a bassa intensità di carbonio. Tuttavia, sembra improbabile che possa emergere uno standard globale uniforme per la definizione di acciaio verde.
Pur con queste premesse, si prevede che l’offerta europea di acciaio verde potrebbe superare la domanda entro il 2030, con una domanda concentrata principalmente nei settori automobilistico e delle energie pulite.
Si evidenzia però che la decarbonizzazione della produzione di acciaio necessiti di un cambiamento radicale e di un impegno sia da parte del settore privato che dei responsabili politici. La disponibilità di energia verde a basso costo e la capacità dei clienti di pagare premi per l’acciaio a basse emissioni sono cruciali. Ci sono dubbi sul fatto che tutti i progetti di produzione di acciaio a basse emissioni annunciati possano essere effettivamente realizzati. A tal fine risultano fondamentali il supporto governativo e la disponibilità di infrastrutture adeguate.
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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group