Andamento del mercato dei piani
Il mercato dei piani continua a risentire della scarsa visibilità sul suo futuro andamento. Il sentiment degli operatori è orientato alla prudenza in un quadro di previsioni incerte. L’attività di scambio si limita a piccoli volumi sia nel mercato locale che per gli approvvigionamenti dall’estero.
Viene osservato con attenzione il ridimensionamento dei prezzi dell’acciaio a livello internazionale sulla scia di una flessione dei valori delle materie prime. Sullo sfondo si sta diffondendo il timore di una possibile recessione in Europa.
L’import
La flessione dei prezzi dell’acciaio nel mercato europeo ha comportato un ridimensionamento del differenziale rispetto al livello dei prezzi dell’acciaio asiatico. I due livelli di prezzo hanno attualmente uno scarto di circa 150 $/ton. Il vantaggio di prezzo dell’import dall’Asia non è però ritenuto sufficiente alla copertura dei rischi da ricondurre ai lunghi tempi di consegna, ai problemi logistici nei porti ed alle quote di salvaguardia.
Le ragioni del differenziale di prezzi
Secondo gli osservatori del mercato i prezzi estremamente alti in Europa hanno cause locali dovute agli alti prezzi dell’energia e dei rottami che perdurano ormai da molti mesi, aggravati dalla guerra nell’est. I prezzi dell’acciaio sono quindi cresciuti in un contesto particolare che li ha portati a staccarsi dal livello di prezzo delle principali altre aree internazionali.
Il cambio Euro/dollaro
Viene evidenziato che il graduale avvicinamento del rapporto dollaro-euro ad 1 comporterà un aumento dei prezzi dell’importazioni e ciò contribuisce a rendere al momento poco attraenti le importazioni da aree extra UE.
I produttori
I produttori europei si aspettano una certa ripresa della domanda in quanto sono convinti che ci sarà presto l’esigenza di ricostituzione delle scorte da parte della distribuzione e degli utilizzatori finali. E’ forte la preoccupazione per gli alti costi energetici che limitano i margini di manovra sulla riduzione dei prezzi di vendita. Qualora infatti i prezzi di vendita dovessero scendere al di sotto di certi livelli, alcuni produttori potrebbero decidere di sospendere le loro produzioni.
I dubbi sull’avanzamento del rilancio di Acciaierie d’Italia
Secondo recenti notizie riportate da Kallanish Acciaierie d’Italia prevede di aumentare sua produzione di acciaio del 40% rispetto al 2021.
L’acciaieria intende quindi produrre 5,7 milioni di tonnellate di acciaio.
Venerdì scorso, però i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno annunciato uno sciopero di 24 ore in tutte le strutture di Acciaierie d’Italia, a seguito “della mancanza di risposte concrete o chiarezza sulle questioni ambientali, occupazionali e industriali (investimenti)”, hanno detto in una nota.
I lavoratori stanno sollecitando il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ad avviare un dialogo sulle questioni irrisolte nell’ex Ilva. Sono in corso fermi temporanei presso le acciaierie di Taranto da fine marzo per oltre 2.200 lavoratori. I sindacati lamentano una mancanza di accordo su questi provvedimenti.
L’esito della revisione delle misure di salvaguardia previsto a fine maggio
La Commissione europea è pronta a proporre un regime aggiornato di salvaguardia delle importazioni di acciaio dell’Unione europea alla fine di questo mese, al fine di apportare eventuali modifiche a luglio.
“La revisione è ancora in corso e dovrebbe essere conclusa e adottata in tempo per eventuali modifiche da applicare a partire dal 1 ° luglio 2022“, ha detto un portavoce della CE in una e-mail. “La Commissione prevede di emettere una notifica dell’OMC con i principali elementi della proposta verso la fine di maggio o l’inizio di giugno al più tardi”.
Durante l’attuale revisione, le associazioni dei consumatori di acciaio dell’UE hanno esercitato pressioni affinché le salvaguardie fossero annullate o sospese o che i contingenti tariffari fossero aumentati. Sostengono che le salvaguardie hanno contribuito ai prezzi elevati e alla scarsità di prodotti nel mercato dell’UE. Inoltre il divieto di importazione di acciaio russo e le nuove opportunità commerciali per l’acciaio dell’UE negli Stati Uniti aggravano le difficoltà di approvvigionamento dell’acciaio in Europa.
La situazione economica e geopolitica è cambiata radicalmente rispetto al 2018, quando è stata messa in atto la misura di salvaguardia provvisoria, e sono in molti a chiedersi se il provvedimento tuteli l’intero sistema economico.
In circostanze radicalmente nuove il dubbio è se sia corretto continuare a proteggere le acciaierie dell’UE dato che il contesto è fortemente mutato.
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Alessandra Sangoi
CEO