Aggiornamento n°12/2025 sul mercato dei piani

Mercato europeo dei coils: domanda debole ma con segnali di potenziale recupero

Il mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) continua ad essere sottoposto alla pressione di una strutturale debolezza, sia sul fronte domestico che su quello delle importazioni. Le cause principali rimangono la domanda fiacca, le aspettative ribassiste da parte degli acquirenti e i livelli di scorte ancora elevati. Tuttavia, alcuni segnali di possibile ripresa dell’attività di acquisto cominciano ad affiorare, lasciando spazio a una cauta speranza per una stabilizzazione nel prossimo futuro.

Nel Nord Europa, le offerte ufficiali delle acciaierie sono rimaste stabili, ma i prezzi realmente negoziabili hanno mostrato qualche ulteriore cedimento. La difficoltà per le acciaierie nel chiudere ordini ai livelli ufficiali ha portato gli operatori di mercato ad intravedere spazi di ulteriore trattativa nel breve periodo. Anche in Italia, il trend è stato simile confermando il clima attendista che pervade il comparto.

La debolezza degli scambi ha coinvolto anche il mercato delle importazioni che non ha mostrato segnali significativi di risveglio. Le offerte da parte di fornitori turchi, indiani e asiatici sono risultate in calo, ma gli acquirenti europei si sono mostrati riluttanti a impegnarsi, limitando le operazioni alle forniture che possono essere sdoganate prima dell’introduzione delle nuove normative riguardanti il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism).

Il clima di incertezza legato proprio all’evoluzione normativa – sia in ambito ambientale, con il CBAM, sia per quanto riguarda le quote di salvaguardia – contribuisce a frenare le decisioni d’acquisto. I buyer preferiscono rimanere alla finestra, aspettando chiarezza. Tuttavia, alcune fonti segnalano un moderato interesse in ripresa, con diversi operatori che potrebbero tornare sul mercato entro la fine di giugno, soprattutto per fissarei gli ordini di materiale prima della pausa estiva.

Anche il comparto dei prodotti a valle, come i coils a freddo e i coils zincati, continua a soffrire: i prezzi restano sotto pressione, mentre le acciaierie tendono ad ammorbidire le offerte per questi prodotti cercando di stimolare la domanda in un contesto già complesso. Tuttavia, la contrazione generalizzata della domanda nei settori utilizzatori – tra cui quello automobilistico e della costruzione – limita il margine di manovra.

In questo scenario, seppur dominato da un tono ribassista, si intravedono elementi che potrebbero gettare le basi per una futura inversione: da un lato, la riduzione dei livelli di offerta potrebbe favorire un riequilibrio tra domanda e offerta dopo l’estate; dall’altro, l’introduzione del CBAM potrebbe incentivare un rafforzamento della competitività dell’offerta europea.

In sintesi, la fase di debolezza strutturale del mercato europeo dei coils sta perdurando, ma lascia intravedere l’ipotesi di un progressivo riavvio della domanda verso la fine del mese. Il consolidamento dei prezzi è auspicato entro il periodo di chiusura estivo con alcuni operatori iniziano a guardare al terzo trimestre con un cauto ottimismo.

[Nella foto un’immagine dell’archivio di SANGOI GROUP.]

 

L’impatto del CBAM nel settore siderurgico europeo: opportunità, sfide e incertezze

 

L’introduzione del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), prevista a pieno regime dal gennaio 2026, sta già influenzando in modo significativo il settore siderurgico europeo. La misura, pensata per livellare il campo di gioco tra produttori interni soggetti al sistema ETS europeo e quelli extra-UE, promette un profondo impatto sia economico che operativo.

Secondo gli operatori del settore, il CBAM comporterà  nel breve termine l’aumento dei prezzi dell’acciaio. Secondo quanto emerso nella conferenza Kallanish Europe Steel Markets del giugno 2025, gli operatori si affretteranno a piazzare ordini prima dell’entrata in vigore del meccanismo, per evitare i costi addizionali stimati in 50–60 €/t. La prevista corsa agli approvvigionamenti genererà ulteriore clima di incertezza ma anche un probabile temporaneo sostegno ai prezzi, soprattutto nel terzo e quarto trimestre del 2025.

Tuttavia, i timori sono molteplici. L’industria europea, già colpita da costi energetici elevati, sovraccapacità e calo della domanda, si troverà ad affrontare ulteriori complessità amministrative e logistiche. L’assenza di preparazione tecnica e di chiarezza normativa da parte della Commissione europea è stata evidenziata da più voci, che prevedono un “caos iniziale” e oneri sproporzionati per gli importatori.

Nonostante ciò, il CBAM è visto anche come un catalizzatore per la trasformazione del settore verso la decarbonizzazione. Secondo gli esperti la transizione verso processi basati su rottami e forni elettrici (EAF), oltre al diretto utilizzo di idrogeno (DRI), sarà essenziale per il futuro competitivo dell’acciaio europeo. Tuttavia, i costi energetici rimangono un ostacolo chiave, con l’UE che sconta un prezzo del gas fino a dieci volte superiore rispetto ad altre regioni produttive.

Gli esperti evidenziano che resta cruciale la copertura del CBAM anche per i prodotti trasformati, altrimenti il rischio è quello di una “fuga di carbonio” sotto altra forma. Ne consegue che in assenza di  un meccanismo più completo, il rischio è un’accelerazione della deindustrializzazione europea.

In sintesi, il CBAM rappresenta un’opportunità strategica per guidare l’industria siderurgica verso un futuro più sostenibile. Ma affinché ciò avvenga, sarà necessaria una governance efficace, chiarezza normativa e un supporto energetico adeguato.

 

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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group

Mercato dei piani giugno 2025 – news 12/2025

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