Coils in Europa e in Italia: mercato incerto tra CBAM, misure di salvaguardia e indagini antidumping
Il mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) continua a muoversi in un contesto di forte incertezza, segnato da un andamento piatto nel Nord Europa e da lievi oscillazioni rialziste nel Sud, Italia compresa. A prevalere non sono tanto i movimenti di breve periodo, quanto il clima di attesa che coinvolge acquirenti e produttori, in vista dell’entrata a regime del CBAM e del rafforzamento delle misure di salvaguardia, oltre che delle nuove indagini antidumping avviate dalla Commissione europea.
Nord e Sud Europa: dinamiche divergenti
Nel Nord Europa i valori si sono mostrati sostanzialmente stabili, senza significativi volumi di scambio, con gli operatori che segnalano un mercato in “stand-by” a causa della scarsa domanda downstream e delle incertezze normative. Al contrario, nel Sud Europa si è osservata una leggera tendenza al rialzo, sostenuta più dalla limitata disponibilità di offerta locale che da una ripresa della domanda effettiva.
In Italia, il mercato si è mostrato particolarmente prudente: la combinazione di scorte medio-alte e di una domanda industriale debole frena le transazioni, mentre l’assenza di importazioni da paesi terzi rafforza la posizione dei produttori locali, anche se gli acquirenti rimangono restii a concludere contratti su larga scala.
CBAM: l’elemento di maggiore incertezza
Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), destinato a entrare pienamente in vigore dal 1° gennaio 2026, rappresenta la variabile più temuta dagli operatori. Molti acquirenti hanno già interrotto le prenotazioni di materiale importato, consapevoli che i lunghi tempi di consegna potrebbero portare allo sdoganamento solo dopo l’entrata in vigore del meccanismo, con il rischio di un significativo aggravio dei costi.
Questa incertezza impedisce una chiara definizione dei prezzi a termine e limita la capacità degli operatori di negoziare contratti di lungo periodo, creando un clima di cautela che si riflette in volumi di scambio ridotti e in una sostanziale paralisi delle decisioni strategiche di approvvigionamento.
Misure di salvaguardia e pressione sulle importazioni
Le quote di salvaguardia continuano a influenzare in maniera rilevante la dinamica del mercato riducendo l’attrattiva delle importazioni. Le fonti di approvvigionamento extra-UE, pur rimanendo competitive sulla carta, incontrano crescenti ostacoli legati sia ai rischi di superamento delle quote di salvaguardia, sia alla prospettiva dei costi CBAM.
In questo contesto, l’attività di importazione è rimasta contenuta, con diverse offerte provenienti dall’Asia e dalla Turchia che non hanno trovato riscontro effettivo a causa dei vincoli normativi e dei rischi connessi alle tempistiche di consegna.
Antidumping sul laminato a freddo: un nuovo fronte di tensione
Un ulteriore elemento di instabilità arriva dall’apertura, da parte della Commissione europea, di una indagine antidumping sul laminato a freddo proveniente da India, Giappone, Taiwan, Turchia e Vietnam. Questo procedimento, avviato a seguito della denuncia di Eurofer, potrebbe sfociare nell’imposizione di dazi aggiuntivi già entro il 2025, influenzando non solo il segmento del CRC (coils a freddo) ma anche le dinamiche del mercato HRC (coils a caldo), strettamente connesso sul piano produttivo e commerciale.
Per gli utilizzatori finali – in particolare automotive, elettrodomestico e costruzioni – l’eventuale introduzione di nuovi dazi rappresenterebbe un’ulteriore variabile di costo in un contesto già caratterizzato da margini compressi.
Prospettive: attesa e prudenza
Il mercato europeo dei coils si conferma quindi in una fase di attesa, sospeso tra una domanda debole e una regolamentazione in rapido cambiamento. La combinazione di CBAM, quote di salvaguardia e indagini antidumping sta creando un contesto di forte incertezza, che limita la capacità degli operatori di pianificare acquisti significativi.
In Italia, la scarsità di offerta locale mantiene un certo sostegno al mercato, ma senza una vera ripresa della domanda downstream non si intravedono segnali di forte consolidamento. Sul piano europeo, la tendenza sembra orientata a una stabilità fragile, in cui ogni cambiamento normativo potrebbe innescare improvvisi riallineamenti.
Per gli operatori, l’autunno 2025 si prospetta dunque come una fase di transizione, in cui cautela e gestione del rischio restano le priorità assolute, in attesa di maggiore chiarezza sul quadro regolatorio e commerciale che accompagnerà il settore nei prossimi anni.
[Nella foto un’immagine dell’archivio di SANGOI GROUP.]
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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group