Mercato europeo dell’HRC: stabilità apparente tra incertezze normative e domanda debole
Il mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) si trova attualmente in una fase di equilibrio debole, dove la stabilità dei prezzi maschera una realtà di domanda fiacca e incertezze normative. Le recenti festività primaverili hanno ulteriormente rallentato le contrattazioni, contribuendo a un clima di attesa e cautela tra gli operatori del settore.
In Italia, nonostante la presenza di offerte competitive, il mercato mostra una certa riluttanza a concludere nuovi accordi. Le festività e i ponti hanno contribuito a un rallentamento delle attività commerciali, accentuando una già presente debolezza nella domanda.
Nel Nord Europa, le acciaierie cercano di mantenere i livelli di prezzo attuali, ma la domanda insufficiente rende difficile la chiusura di contratti a lungo termine. Le trattative con i settori industriali, in particolare quello automobilistico, sono in corso per definire i prezzi per la seconda metà dell’anno.
Un ulteriore elemento di incertezza è rappresentato dal Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM), la cui attuazione solleva dubbi tra gli operatori. Alcuni temono che possa influenzare negativamente il mercato interno e le importazioni, mentre altri vedono nel CBAM un’opportunità per promuovere pratiche produttive più sostenibili.
Le importazioni da paesi extraeuropei, sebbene offerte a prezzi competitivi, non stanno attualmente influenzando significativamente il mercato europeo. Le misure di salvaguardia e i dazi antidumping in vigore nell’UE continuano a limitare l’attrattiva delle forniture estere, favorendo la produzione domestica.
Le prospettive per le prossime settimane rimangono incerte. Alcuni operatori prevedono un possibile aggiustamento dei prezzi a causa della debolezza della domanda e della pressione esercitata dalle offerte di importazione più competitive. La recente flessione del rottame e del minerale di ferro potrebbe ulteriormente influenzare il mercato.
In questo contesto, la fiera Made in Steel, tenutasi a Milano dal 6 all’8 maggio, ha rappresentato un momento cruciale per il settore. Gli operatori hanno ricercato segnali che possano indicare una ripresa o confermare una fase di stagnazione. Le reazioni del mercato dopo la fiera non si faranno attendere con i produttori nazionali ed europei poco propensi ad assecondare revisioni al ribasso dei prezzi stanti i margini compressi di operatività. Le decisioni che emergeranno a seguito della fiera potrebbero però delineare le tendenze del mercato per la seconda metà del 2025 .
In sintesi, il mercato europeo dell’HRC si trova in una fase di equilibrio instabile, dove l’andamento dei prezzi si colloca in un contesto di domanda debole e incertezze normative. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se il settore riuscirà a ritrovare slancio o se dovrà affrontare una nuova fase di flessione .
[Nella foto un’immagine dallo shooting negli stabilimenti SANGOI GROUP.]
CBAM: le preoccupazioni del mercato siderurgico europeo tra incertezze e rischi applicativi
Il Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM), uno dei pilastri del Green Deal europeo, si sta rivelando una fonte crescente di preoccupazione per gli operatori del settore siderurgico. Pur concepito come strumento per ridurre il rischio di “carbon leakage” e incentivare pratiche produttive più sostenibili, la sua attuazione solleva numerosi dubbi sia sotto il profilo operativo sia per quanto riguarda gli effetti concreti sul mercato.
Tra i principali timori espressi dagli operatori, vi è l’incertezza sull’effettiva applicabilità e sui tempi di entrata in vigore del CBAM. Alcune fonti del mercato ritengono probabile un rinvio o un’applicazione parziale, vista la complessità del sistema e la difficoltà di raccogliere in modo affidabile i dati sulle emissioni dei produttori extraeuropei. Questa incertezza normativa rischia di generare distorsioni nei flussi commerciali e di frenare le decisioni di acquisto e vendita nel breve periodo.
In particolare, i trader segnalano confusione sull’impatto che il CBAM potrà avere sulle dinamiche interne del mercato. Da un lato, si teme che la nuova regolamentazione possa rappresentare un ulteriore onere burocratico e finanziario per le imprese europee, costrette a confrontarsi con un sistema di certificazione e monitoraggio ancora poco chiaro. Dall’altro lato, il rischio è che l’effetto sia una riduzione della competitività delle importazioni, soprattutto da paesi che non dispongono di infrastrutture adeguate per il tracciamento delle emissioni.
Un altro aspetto critico riguarda il mercato dei crediti di carbonio. Molti operatori si mostrano riluttanti ad accettarli, considerandoli un elemento di incertezza finanziaria. La gestione dei crediti viene percepita come un rischio aggiuntivo in un mercato già colpito da domanda debole e pressioni sui margini. In questo contesto, il CBAM non è ancora visto come un meccanismo in grado di portare stabilità o vantaggi competitivi, bensì come una possibile complicazione in un settore in fase di transizione.
In conclusione, nonostante gli obiettivi ambiziosi del CBAM in termini di sostenibilità ambientale, il clima nel settore siderurgico europeo resta cauto. Le perplessità operative e normative, unite all’instabilità del mercato e alla scarsità di informazioni dettagliate, alimentano un sentiment di attesa e preoccupazione tra gli operatori, in attesa di chiarimenti concreti da parte delle istituzioni europee.
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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group