La misura di salvaguardia sull’importazione d’acciaio: cosa c’è da sapere

Le misure di salvaguardia sulle importazioni d’acciaio: un ripasso su cosa sono

A luglio 2018 la Commissione Europea decideva di istituire delle misure di salvaguardia sulle importazioni di determinati prodotti d’acciaio. Le misure erano il frutto di un lavoro di mesi della Commissione, alla luce anche, in quel determinato periodo, di una persistente sovracapacità mondiale nella produzione d’acciaio. Le misure erano state decise in risposta ai dazi introdotti dagli Stati Uniti sui prodotti in acciaio, considerati una grave minaccia per i produttori siderurgici europei e al persistere di pratiche commerciali sleali.

Si istituivano quindi dei dazi doganali all’importazione dell’acciaio nella misura del 25%, una volta che fosse stata superata una franchigia determinata per singolo Paese produttore.

Le misure di salvaguardia sono state poi confermate successivamente in via definitiva nel 2019, per un periodo di tre anni.

Gli effetti delle misure di salvaguardia

A seguito dell’introduzione delle misure di salvaguardia, le importazioni di acciaio finito nell’UE sono scese a 25,378 milioni di tonnellate nel 2019, dai 29,279 milioni di tonnellate del 2018.

Ulteriori cali si sono verificati nel 2020, quando le importazioni di acciaio al carbonio sono diminuite del 15,4% su base annua a 20 milioni di tonnellate, quasi un terzo in meno rispetto al picco del 2018, secondo il sito web della European Steel Association – Eurofer.

Il futuro delle misure: la scadenza del 30 giugno

Il prossimo 30 giugno scade il lasso di tempo imposto all’applicazione delle misure di salvaguardia e la Commissione Europea, in un contesto totalmente differente, dovrà decidere se rinnovarle o meno.

La Commissione ha così aperto un’indagine in cui determinerà, in conformità con i requisiti delle norme dell’UE e dell’OMC, se le misure di salvaguardia continuano ad essere ancora necessarie per prevenire o porre rimedio a un grave pregiudizio per l’industria siderurgica dell’UE.

In questo contesto diversi lobbisti si stanno muovendo per riuscire a determinare a proprio favore la decisione della Commissione, considerato anche che, attualmente, il mercato dell’acciaio sta vivendo una fase di forte criticità dovute ad una sotto produzione derivante dalla pandemia di Covid-19, che sta spingendo al rialzo ai massimi di sempre il prezzo dei coils.

La posizione degli Stati membri

Gli Stati membri ritengono che la proroga sia necessaria a causa dell’esistenza di una continua e significativa pressione sulle importazioni da Paesi terzi.

Nelle loro motivazioni si evidenziano l’elevata sovraccapacità globale di acciaio e il perdurare di misure restrittive del commercio da parte di Paesi terzi. Inoltre, non ci sarebbero elementi che facciano prevedere la rimozione delle misure della Sezione 232 sull’acciaio da parte degli Stati Uniti.

La posizione degli utilizzatori di acciaio

I consumatori finali di acciaio sono contrari all’estensione delle misure di salvaguardia poiché i prezzi tendono ad essere più alti in un mercato protetto. La pandemia COVID-19 ha anche modificato le dinamiche di mercato negli ultimi mesi. La ripresa della domanda finale di acciaio sostenuta dagli stimoli economici dei governi degli Stati della UE è stata ostacolata dall’insufficiente disponibilità di materiale che ha spinto i prezzi di alcuni prodotti (in particolare dei piani) ai massimi da 13 anni.

I rappresentanti di alcuni comparti industriali tra cui le case automobilistiche europee, i produttori di elettrodomestici, i produttori di macchine edili, l’associazione di macchine agricole e fornitori di tecnologia per l‘energia eolica si sono espressi nei confronti della UE sottolineando che “l’intero settore manifatturiero in Europa è stato colpito dall’aumento dei prezzi dell’acciaio e dai tempi di consegna più lunghi dovuti all’insufficiente offerta interna di prodotti siderurgici.”

La posizione della Turchia

I produttori di acciaio in Turchia, fornitori tradizionali dell’UE, la cui produzione di acciaio ha superato l’anno scorso la Germania, sono fermamente contrari a qualsiasi estensione delle salvaguardie. Ugur Dalbeler, vice presidente dell’Unione degli esportatori di acciaio turco (CIB), e anche amministratore delegato del principale produttore di acciaio turco Colakoglu, ha dichiarato a S&P Global Platts il 26 febbraio di sperare che, a seguito della revisione, la UE metta fine alle misure di salvaguardia esistenti senza alcuna estensione.

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Alessandra Sangoi

Alessandra Sangoi
CEO

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