Aggiornamenti sul mercato dei piani 17 aprile 2023

Andamento del mercato dei piani

La carenza di offerta di piani nel mercato europeo sta favorendo l’irrigidimento delle posizioni di forza dei produttori. Alcune acciaierie hanno addirittura sospeso l’acquisizione di ordini negli ultimi giorni della scorsa settimana. Thyssenkrupp Steel, ad esempio, nonostante si astenga dal confermare il suo ritiro dal mercato, non sta offrendo la possibilità di nuovi ordinativi.

L’insufficiente disponibilità di materiale si è aggravata a causa dei recenti incendi che hanno colpito due altoforni di ArcelorMittal: uno nel nord della Spagna e l’altro nel nord della Francia. Ciò equivale a più di 120.000 t/settimana di bramme perse nei siti. Ai due sinistri ha fatto seguito un comunicato con cui l’azienda ha informato i clienti dei possibili ritardi nelle consegne in tutta Europa. Fonti riportano che si prevede un ritardo di ben due mesi per le consegne previste a giugno, che slitterebbero ad agosto.

In questo quadro vanno inoltre considerati i bassi livelli di produzione di Acciaierie d’Italia e la sua scarsa affidabilità. L’azienda costituiva fino a qualche anno fa la fonte principale di approvvigionamento per il settore della distribuzione dei piani in Italia e il suo ripiegamento in un ruolo marginale tra le acciaierie europee ha pregiudicato la condizione virtuosa di un tempo nella filiera italiana dei piani. L’incertezza sulle sue possibilità di fornitura impone il ricorso a fonti alternative anche estere. Ma l’assetto normativo delle salvaguardie rende tale ricorso problematico e rischioso per le implicazioni della saturazione delle quote di import disponibili.

 

Il mercato finale

La domanda degli utilizzatori di acciaio resta molto debole e questo induce i centri servizi e la distribuzione ad agire con molta prudenza nella gestione dei loro approvvigionamenti. Viene rilevata una forte difficoltà a riversare sul mercato finale gli incrementi dei prezzi dei produttori nonostante si incominci ad avvertire anche il problema del disassortimento di alcune tipologie di acciaio. Ciò si riconduce ai ritardi delle acciaierie ed alle scelte di acquisto prudenti della distribuzione.

Da parte degli operatori le giustificazioni dei produttori ai ritardi di consegna iniziano a sembrare deboli tra la diffusa preoccupazione per il rallentamento della domanda in un contesto macroeconomico debole.

 

L’automotive

Nell’ambito dei settori di utilizzo, viene evidenziato che l’automotive abbia in corso una ripresa rispetto al trend degli ultimi anni. Le case automobilistiche tedesche hanno prodotto il 39% di veicoli in più nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2022. Sembra inoltre che abbiano ridotto l’uso di materiale proveniente da paesi terzi a giudicare dal modesto utilizzo delle quote di salvaguardia. Ma detto aumento pare non sia stato avvertito in modo evidente lungo tutta la filiera anche se i centri di servizio rivolti al settore automobilistico segnalano una richiesta più sostenuta rispetto alla seconda metà dello scorso anno.

 

L’import e il divario rispetto ai prezzi delle acciaierie europee

La particolare situazione del mercato dei coils in Europa sta creando un divario sempre più ampio tra i prezzi dei coils europei e quelli dalle fonti asiatiche anche alla luce del rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro USA. Il divario ha raggiunto gli 80-100 euro/ton. L’allungarsi dei tempi di consegna dei produttori europei rende l’opzione import sempre più appetibile anche se resta l’incognita della saturazione delle quote di salvaguardia.

 

Il mercato dei coils in Turchia

I produttori di acciaio turchi stanno subendo la debolezza del mercato interno e sono ricorsi all’adeguamento dei prezzi delle loro offerte per assicurarsi il tonnellaggio necessario al funzionamento dei loro impianti.

Le acciaierie turche sono schiacciate tra la pressione del materiale cinese a basso prezzo da un lato ed i vincoli dei dazi antidumping in Europa dall’altro. Detti vincoli rendono le loro offerte di esportazione impraticabili di fronte alla concorrenza asiatica più economica. Ciò ha determinato una sensibile riduzione delle offerte turche a valle per le bobine laminate a freddo e zincate a caldo.

Va inoltre considerato che all’indomani del terremoto di febbraio nel sud della Turchia il governo aveva annullato l’imposizione di dazi all’importazione fino al 1° aprile. Detto provvedimento è stato però ulteriormente prorogato fino al 1° maggio. Ciò ha dato una lunga finestra agli acquirenti per fare scorta di acciaio più economico dalla Cina e da altre origini. Le offerte dalla Cina sono diminuite ulteriormente per continuare ad essere competitive nonostante il previsto ripristino dei dazi all’importazione.

Qualora la tassa di importazione venisse ripristinata nella percentuale del 13-15% dalle autorità turche a partire dal 1 ° maggio, la Cina riuscirebbe ad essere ancora competitiva seppure di $ 50-70 / t rispetto ai prezzi correnti.

Inoltre i produttori turchi potrebbero decidere di rivalutare il loro posizionamento per assicurarsi le vendite in Europa anche in considerazione di possibili ulteriori cali dei prezzi nei mercati interni.

Negli ultimi mesi i produttori turchi hanno cercato di posizionarsi nei negoziati più vicini ai prezzi dell’UE, dazi inclusi, rispetto ad altre aree di importazione mettendo in evidenza che i loro tempi di consegna sono paragonabili a quelli dei produttori europei. Ma la domanda è modesta. La quota di salvaguardia delle importazioni turche di coils a caldo nell’Unione Europea è stata utilizzata solo per il 12% per gennaio-marzo e nella prima settimana di aprile sono state sdoganate meno di 15.000 tonnellate di coils a caldo.

 

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Alessandra Sangoi

Alessandra Sangoi
CEO

Mercato al 17 aprile 2023

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