Andamento del mercato dei piani

L’incertezza sulle prospettive congiunturali generata dalla prevista recessione globale condiziona il sentiment del mercato dei piani.  Perdura di conseguenza la situazione di rallentamento nello scambio dei coils zincati laminati a freddo e a caldo. Va detto che il destoccaggio avviato già da mesi da parte degli operatori sta creando dei fabbisogni di riassortimento delle scorte che iniziano ad essere avvertiti dai produttori. Per le acciaierie italiane ciò ha riguardato in realtà soprattutto le vendite all’esportazione verso i mercati europei limitrofi come Francia e Germania. Viene infatti riportato che queste regioni stiano mostrando più dinamismo rispetto all’Italia.

In generale gli operatori registrano cali sensibili nel loro portafoglio ordini rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con attività di acquisto limitata a quanto strettamente necessario a soddisfare gli ordini di produzione da evadere.

L’Import

Le offerte di coils d’oltremare sono molto aggressive ma i compratori europei sono cauti stante la forte volatilità dei prezzi e tenuto conto dei lunghi tempi di consegna e del rischio legato alle quote di salvaguardia.

Le offerte più competitive provengono da Giappone, Taiwan, Indonesia ed Egitto.

I produttori europei sono in grado di assicurare ancora tempi di consegna entro l’anno e questo contribuisce a scoraggiare il ricorso all’import.

 

Domanda di rottami in crescita

Nonostante il rallentamento dei mercati siderurgici dovuto all’incertezza derivante dall’impatto dei costi energetici e all’instabilità della situazione politica internazionale si rileva un aumento della domanda di rottame che ha determinato anche un rialzo del suo prezzo.

Va evidenziato che la debolezza dell’Euro sta favorendo le esportazioni europee di prodotti finiti e questo potrebbe consentire un aumento dell’attività produttiva delle acciaierie con conseguente maggior domanda di rottame.

 

Aggiornamento sui dati congiunturali ISTAT

Secondo i dati ISTAT riferiti al mese di settembre, nonostante le recenti previsioni dell’OCSE segnalino come il perdurare della crisi energetica associata al cambio delle scelte di politica monetaria potrebbe causare una decelerazione dell’economia mondiale, in Italia fino al mese di settembre si rileva un modesto aumento congiunturale. Il Pil ha registrato un incremento nel secondo trimestre del 2022 seguito dal rimbalzo congiunturale della produzione industriale di agosto. Qualora l’indice a settembre assumesse lo stesso valore di agosto, nel terzo trimestre si confermerebbe un seppur modesto aumento congiunturale.

La ripresa dei consumi rilevata nel secondo trimestre è in relazione ad una marcata riduzione della propensione al risparmio ancora su livelli superiori a quelli pre-crisi.

L’inflazione a settembre, ha continuato ad accelerare, mostrando ulteriori segnali di diffusione del fenomeno. Preoccupa in particolare il differenziale dei prezzi al consumo tra l’Italia e l’area euro che risulta aumentato rispetto al mese precedente. Inoltre a settembre, le imprese esportatrici della manifattura hanno evidenziano un aumento della quota di coloro che segnalano costi e prezzi più elevati come un ostacolo alla produzione.

 

Produzione di Acciaieria d’Italia

La produzione complessiva di acciaio grezzo da parte del produttore italiano Acciaierie d’Italia è prevista a circa 3,5-3,8 milioni di tonnellate nel 2022, riflettendo un calo rispetto alle 4,1 milioni di tonnellate del 2021.

Il calo della produzione viene attribuito alla bassa domanda e agli elevati costi energetici, con Acciaierie d’Italia che ha continuato a lavorare a bassi tassi di utilizzo della capacità.

Lo stabilimento di Acciaierie d’Italia a Taranto dispone di tre altiforni funzionanti da 2 milioni di mt/anno, ovvero gli altiforni n. 1, n. 2 e n. 4. Il suo altoforno n. 5 con una capacità di 3,5 milioni di mt/anno e l’altoforno n. 3 con 2 milioni di mt/anno di capacità sono rimasti inattivi rispettivamente nel 2015 e nel 2014 ed è previsto il loro smantellamento.

Le prospettive dell’azienda sono legate alle scelte che adotterà il nuovo governo. Bisognerà infatti attendere la conferma o meno degli stanziamenti di 2 miliardi di euro, di cui 1 miliardo di euro era per il nuovo DRI e 1 miliardo di euro erano fondi di capitale circolante, previsti dal precedente governo Draghi.

Si evidenzia che secondo il programma della coalizione che andrà al governo dovrebbe essere istituita un’unità di crisi sull’energia con l’intento di contribuire a spingere per la ripresa delle infrastrutture e dell’industria automobilistica. In questo quadro bisognerà capire l’importanza o meno che verrà data al rilancio degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia.

 

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Alessandra Sangoi

Alessandra Sangoi
CEO

Mercato acciaio ottobre 2022

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