Andamento del mercato dei piani

I recenti aumenti dei prezzi dei coils decisi dai produttori europei sono avvenuti in un mercato rallentato, poco predisposto al lancio di nuovi ordini di acquisto. Le acciaierie non sembrano aver fretta di vendere e l’adozione di chiusure temporanee di impianti consente loro di limitare i quantitativi offerti e di sostenere in questo modo gli aumenti di prezzo. Le chiusure vengono motivate dai costi energetici insostenibili ma gli operatori sono consapevoli che alla base di tali decisioni il vero obiettivo sia il riequilibrio tra la domanda e l’offerta.

I fermi produttivi riguardano diversi players di riferimento. In Italia Acciaierie d’Italia sta riducendo l’utilizzo delle acciaierie di Taranto e mantiene operativi sono due altoforni. Acciaierie Arvedi sta alternando periodi di fermo a periodi di attività nel suo stabilimento di Cremona.

Il clima di incertezza del mercato limita gli scambi commerciali a quantitativi modesti. Un ulteriore motivo di indecisione delle scelte dei buyers è rappresentato dalla concorrenza dei materiali di importazione dai paesi asiatici che continuano a mantenersi su livelli più bassi di quelli europei. I produttori dei paesi asiatici stanno quotando l’imbarco di dicembre e molti acquirenti locali preferiscono non impegnarsi su un orizzonte di consegna così lungo data la profonda incertezza del momento. Sembra inoltre che il leader di mercato ArcelorMittal abbia in corso un aggiornamento dei suoi listini per ordini di acquisto con la medesima tempistica di consegna.

Va evidenziato comunque che il quadro incerto del mese settembre si schiarirà quando l’UE adotterà i provvedimenti sui tetti energetici, rinviati a ottobre. Ciò potrebbe influire in modo rilevante sulle prospettive del mercato ridando slancio anche alla domanda di acciaio.

La domanda dei settori di utilizzo finale

In relazione alla domanda di acciaio dei settori di utilizzo finale i costi dell’energia costituiscono il principale motivo di preoccupazione soprattutto per le produzioni particolarmente esposte al rincaro dei costi energetici. Segnali contrastanti vengono riferiti al settore automobilistico, con l’acquisizione di ordini segnalata come bassa ma in aumento. Dato il lungo rallentamento della produzione automobilistica, le aspettative sono cautamente positive in considerazione dell’attesa di ripresa delle richieste del mercato.

Secondo le previsioni di Eurofer -l’associazione dei produttori di acciaio – il consumo di acciaio in Europa dovrebbe ridursi di una percentuale dell’1,7% nel corso del 2022 mentre per il 2023 è previsto un recupero del 5,6%.

 

Il sentiment della distribuzione

Le aspettative del mondo della distribuzione europea emerse nel corso del convegno organizzato da Eurometal – l’associazione europea dei distributori di acciaio -per il quarto trimestre prevedono che i prezzi dei coils mostrino una certa ripresa dopo l’attuale stabilizzazione. Il sentiment sul mercato rimane debole a causa della bassa domanda apparente di acciaio in tutta Europa, ma i distributori e i centri servizi concordano sulla necessità di recuperare i livelli dei prezzi dopo l’ultimo picco dei costi energetici e le riduzioni della produzione da parte dei produttori di acciaio.

L’eccesso di scorte causato dalla contrazione delle vendite registrato nel secondo trimestre dovrebbe essere stato riassorbito e generare nuovi fabbisogni di materiale nella seconda parte dell’anno.

 

La crisi energetica dell’UE potrebbe avvantaggiare l’industria della Turchia.

I tagli alla produzione da parte dei produttori di acciaio e alluminio nell’UE potrebbero generare delle opportunità in termini di aumento dell’export in Europa da parte delle fabbriche turche.

La crisi energetica europea sta costringendo i produttori europei in tutta la regione a ridurre drasticamente la produzione e ciò potrebbero mettere le fabbriche turche in una posizione di vantaggio per affrontare eventuali problemi di disponibilità di materiali. Tali carenze potrebbero essere soddisfatte dalla Turchia a condizioni più competitive. Ciò grazie alla minore esposizione del Paese al problema della disponibilità di gas e dei rincari energetici.

In questo modo la Turchia potrebbe trovare alcune opportunità per aumentare i suoi volumi di esportazione verso la regione dell’UE sfruttando il suo vantaggio logistico.

Le ultime settimane hanno visto un numero significativo di impianti industriali sospendere le operazioni o ridurre la produzione in Europa, con ulteriori riduzioni previste nelle settimane a venire secondo Eurofer.

Nei primi otto mesi del 2022, il settore turco dei metalli ferrosi e non ferrosi ha aumentato i suoi volumi di esportazione del 30,4% su base annua a $ 10,1 miliardi, con l’UE che è diventata la principale regione di esportazione.

Gli Stati Uniti e l’UE hanno imposto sanzioni alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, ma la Turchia ha finora adottato un approccio neutrale.

I flussi di gas dalla Russia alla Turchia dovrebbero continuare normalmente nei prossimi mesi, anche se i costi di input negli stabilimenti turchi dell’elettricità e del gas sono comunque aumentati. (Fonte Platts)

 

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Alessandra Sangoi

Alessandra Sangoi
CEO

Mercato al 19 settembre 2022

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