Prospettive e sfide nel mercato europeo dei coils
Andamento del mercato
Il mercato europeo degli HRC si presenta stabile, ma con segnali di debolezza. I prezzi rimangono invariati in un contesto di domanda moderata e contrattazioni limitate. Attualmente, i produttori del Nord Europa mirano ad incrementare i prezzi per il primo trimestre 2025 di 50-70 euro per tonnellata franco fabbrica, ma le transazioni effettive si attestano su livelli inferiori. Anche in Italia si registrano medesimi livelli di prezzo, mentre le importazioni risultano poco competitive a causa dell’alto costo del dollaro rispetto all’euro.
Fattori principali
– Domanda debole: I settori automobilistico e delle costruzioni, principali utilizzatori di acciaio, mostrano consumi limitati. L’incertezza economica e la sensibilità ai costi rallentano ulteriormente il mercato.
– Scorte elevate: La presenza di volumi ancora da smaltire limita la necessità di nuovi ordini e si prevede che tale situazione persista almeno fino alla fine del primo trimestre 2025.
– Importazioni ridotte: L’aumento dei costi delle importazioni asiatiche e la forza del dollaro favoriscono una maggiore dipendenza dall’acciaio europeo, ma ciò non è ancora sufficiente a spingere i prezzi verso l’alto.
Prospettive future
Il primo trimestre del 2025 si prospetta incerto. Sebbene i produttori confidino in un rimbalzo grazie al previsto rifornimento e alla riduzione delle importazioni, il persistere della domanda debole potrebbe vanificare queste aspettative. La ripresa sembra più plausibile nel secondo trimestre, quando l’impatto della riduzione delle scorte e una possibile crescita nei settori automobilistico e delle costruzioni potrebbero sostenere il mercato.
Giudizio complessivo
Il mercato dei coils laminati a caldo in Europa sta attraversando una fase di stagnazione. I prezzi, pur mostrando una lieve crescita in Italia, non indicano segnali concreti di ripresa immediata. Le dinamiche attuali riflettono un equilibrio precario tra una domanda debole e l’offerta ancora consistente. La situazione richiede sviluppi economici più favorevoli per poter vedere un effettivo miglioramento nel corso del 2025.
[Nella foto un’immagine dallo shooting negli stabilimenti SANGOI GROUP.]
L’impatto dell’elezione di Trump sull’economia europea
La ripresa dei mercati di utilizzo dell’acciaio è in relazione ai principali temi geopolitici mondiali sulla cui evoluzione impatterà fortemente la nomina del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La sua recente elezione ha suscitato molteplici reazioni e preoccupazioni in Europa, specialmente per le implicazioni economiche, politiche e commerciali. La nuova amministrazione americana accentua una tendenza già in atto verso un mondo dominato da tre grandi potenze – USA, Cina e Russia – e segnala un ulteriore indebolimento dell’Europa, sia politicamente che economicamente. Le prospettive per il Vecchio Continente si profilano complicate, soprattutto in assenza di una leadership unitaria.
Prospettive geopolitiche ed economiche
Con Trump alla Casa Bianca, il protezionismo potrebbe diventare ancora più marcato. L’imposizione di dazi doganali agli stati europei rappresenta un rischio concreto per l’economia continentale. Gli Stati Uniti mantengono una posizione dominante, con un’economia che ha ulteriormente distanziato quelle di Europa e Cina. Il modello tedesco, un tempo trainante, sta affrontando una crisi strutturale, mentre Francia e Germania, tradizionali pilastri della leadership europea, si trovano politicamente indebolite. Inoltre, il surplus commerciale che paesi come Germania e Italia hanno con gli USA rende questi ultimi particolarmente vulnerabili a eventuali misure protezionistiche americane.
L’Europa, già alle prese con le difficoltà economiche e politiche interne, potrebbe subire un ulteriore contraccolpo dalla politica di dazi annunciata da Trump. Come osservato da Steve Bannon, l’America richiederà “pagamenti” per accedere al proprio mercato, allontanandosi dall’ideale del libero mercato. A questo si aggiunge una debolezza strutturale dell’UE nel contrastare l’unilateralismo americano, resa evidente dall’assenza di un asse franco-tedesco coeso.
Effetti sugli investimenti e il commercio
L’elezione di Trump potrebbe avere un impatto misto sui mercati globali. Gli esperti di Schroders evidenziano una visione positiva per le azioni statunitensi, sostenute da una possibile politica fiscale espansiva e da tagli alla regolamentazione. Tuttavia, queste stesse misure potrebbero portare a un aumento dell’inflazione e a tassi di interesse più elevati da parte della Federal Reserve. In Europa, il contesto si fa più difficile, con la prospettiva di un rafforzamento del dollaro che potrebbe penalizzare ulteriormente l’euro e i mercati azionari locali.
Le economie emergenti, già messe a dura prova, potrebbero essere colpite negativamente da ulteriori dazi americani, mentre l’impatto sul commercio globale rischia di creare nuove tensioni. I settori più esposti alle importazioni cinesi o ai beni statunitensi saranno particolarmente vulnerabili, sia in termini di margini di profitto che di crescita economica.
Prospettive per l’Italia
In Italia, Giorgia Meloni potrebbe sfruttare una relazione privilegiata con Trump ed Elon Musk per rafforzare i legami bilaterali bypassando Bruxelles. Tuttavia, il significativo surplus commerciale italiano con gli USA potrebbe complicare i negoziati, mentre l’attenzione della Meloni rimarrà verosimilmente centrata su questioni nazionali. La posizione italiana nei confronti degli Stati Uniti potrebbe quindi oscillare tra collaborazione strategica e cautela, senza però compromettere del tutto l’allineamento con l’UE. L’ingresso di Elon Musk nell’entourage di Trump rappresenta un mix di opportunità e sfide per l’Europa. Mentre potrebbe favorire l’adozione di tecnologie innovative, il rischio di assecondare il rafforzamento del protezionismo e della competizione tecnologica pone l’Europa e conseguentemente l’Italia in una posizione delicata.
Considerazioni finali
L’elezione di Trump accelera il declino dell’egemonia “benevola” americana in Europa, favorendo invece una competizione più dura e una ridefinizione degli equilibri globali. Per l’Europa, questo richiede un ripensamento delle proprie strategie economiche e geopolitiche, ponendo l’accento su una maggiore unità interna e sulla diversificazione dei propri partner commerciali. Tuttavia, l’assenza di una leadership politica forte rende improbabile una risposta efficace a breve termine.
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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group