Aggiornamenti sul mercato dei piani 28 ottobre 2024

Prospettive e sfide nel mercato europeo dei coils

Il mercato europeo dei coils è rimasto stabile la scorsa settimana, in un contesto di incertezza dovuto alla domanda stagnante. Alla fiera EuroBLECH di Hannover, ArcelorMittal ha annunciato l’intenzione di aumentare i prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) cercando di imporre un incremento di 40 euro/t. Tuttavia, le transazioni recenti sono state ancora concluse a prezzi invariati e alcuni operatori restano scettici sulla possibilità di consolidare un trend di aumenti significativi.

Anche i prezzi delle bobine laminate a freddo (CRC) e delle bobine zincate a caldo (HDG) in Europa sono rimasti stabili per tutta la settimana scorsa condizionati dalla debolezza della domanda. Nel mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC), le transazioni rimangono scarse, nonostante la spinta dei produttori ad alimentare l’aspettativa di prezzi in crescita per il primo trimestre del 2025. La pressione dei produttori trae origine dalla necessità di coprire i crescenti costi di produzione che stanno comprimendo le loro marginalità.

Sul fronte delle importazioni, le offerte di coils a caldo dall’India verso l’Europa settentrionale sono state quotate a prezzi ritenuti troppo elevati per risultare competitivi. Le inchieste antidumping e le quote di salvaguardia in corso hanno portato molti acquirenti a preferire il mercato interno  favorendo  la stabilità dei prezzi europei.

Nella prospettiva a breve termine, gli operatori europei rimangono in attesa di un possibile aumento dei prezzi nel primo trimestre del 2025, sulla spinta della riduzione della disponibilità di materiale sullo spot dovuta ai programmati tagli alla produzione delle acciaierie. Tuttavia, permane la preoccupazione che senza una robusta ripresa della domanda, l’aumento dei prezzi possa risultare difficile.

Diverse acciaierie prevedono tagli alla produzione entro fine anno per sostenere i prezzi in un momento ritenuto favorevole per la scarsa competitività delle importazioni. Le acciaierie sperano inoltre in un rafforzamento della domanda dei contratti a lungo termine, sebbene le case automobilistiche, chiedano sconti consistenti per il 2025 stanti le incertezze del mercato.

Il quadro globale del mercato, risente di diversi fattori tra cui le tensioni geopolitiche, l’impatto economico della perdurante guerra tra Russia e Ucraina, i conflitti in Medio Oriente ed il rallentamento nel commercio globale. In questa situazione, le crescenti esportazioni di acciaio cinese rappresentano una minaccia per l’industria europea e turca, dato il surplus produttivo che la Cina prevede di esportare entro fine 2024. Anche l’India, che ha registrato un calo delle esportazioni del 50% quest’anno, valuta misure di protezione e l’introduzione di stimoli allo sviluppo del mercato interno.

Il mercato dei coils in Europa continua pertanto a navigare in acque turbolente, con prezzi stabili ma in un contesto di domanda debole e alta incertezza. Mentre i produttori sperano in un incremento dei prezzi all’inizio del 2025, le condizioni economiche globali e i limiti della domanda interna suggeriscono che una ripresa significativa potrebbe arrivare solo in un orizzonte di più lungo termine, come previsto dai principali analisti.

[Nella foto un’immagine dallo shooting negli stabilimenti SANGOI GROUP.]

 

Prospettive economiche per l’Eurozona

Secondo il recente aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale (FMI), le prospettive economiche per l’Eurozona sono state ridotte al ribasso per il 2024, a causa della debolezza persistente nel settore manifatturiero, con particolare impatto in Paesi come Germania e Italia. Il FMI prevede ora una crescita dello 0,8% per l’area dell’euro, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto alle stime precedenti, evidenziando la continua vulnerabilità della produzione industriale, specialmente nei comparti tedeschi e italiani.

In netto contrasto, gli Stati Uniti hanno beneficiato di una revisione al rialzo delle previsioni di crescita, ora attese al 2,8% per il 2024 (+0,2 punti). Tale miglioramento è attribuito alla crescita dei consumi e all’aumento degli investimenti non residenziali. Tuttavia, per il 2025 si prevede un rallentamento della crescita statunitense al 2,2% a causa del previsto consolidamento fiscale e di un’attenuazione della spinta dei consumi.

A livello globale, il FMI mantiene stabile la stima di crescita al 3,2% per il 2024, riflettendo una ripresa incerta e disomogenea tra le regioni. In particolare, l’Eurozona potrebbe vedere un leggero miglioramento nel 2025, con un’accelerazione della crescita all’1,2%, guidata da una domanda interna più forte e da un incremento dei salari reali che dovrebbe favorire i consumi. Anche un possibile allentamento graduale della politica monetaria potrebbe contribuire a stimolare gli investimenti nell’area euro.

Nell’aggiornamento, l’FMI evidenzia che, sebbene il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia possa dare impulso alla domanda interna, la Germania è attualmente ostacolata dal consolidamento fiscale e dal ribasso dei prezzi immobiliari, con implicazioni economiche negative. Il Regno Unito, invece, ha ottenuto una revisione al rialzo della sua crescita all’1,1% nel 2024 (+0,4 punti) e si prevede che raggiungerà l’1,5% nel 2025, grazie alla combinazione di una discesa dell’inflazione e una politica dei tassi di interesse più accomodante.

Il FMI sottolinea che l’economia globale è in fase di ribilanciamento tra beni e servizi. E’ in corso un passaggio verso il consumo di servizi, specialmente nei mercati avanzati. Questo fenomeno stimola l’economia dei servizi a scapito del manifatturiero. Inoltre, la produzione industriale sta migrando sempre più verso i mercati emergenti, come Cina e India, poiché le economie avanzate stanno progressivamente perdendo competitività.

 

La produzione mondiale di acciaio. Settembre 2024

A settembre 2024, la produzione globale di acciaio grezzo ha registrato un calo annuo del 4,7%, raggiungendo 143,6 milioni di tonnellate, mentre la produzione nei primi nove mesi è diminuita dell’1,9% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 1,4 miliardi di tonnellate. La Cina, che rappresenta il 53,7% della produzione globale, ha prodotto 77,1 milioni di tonnellate, con un calo del 6,1% su base annua.L’India, secondo produttore mondiale, ha visto una leggera contrazione annua dello 0,2% a settembre, ma con una crescita cumulativa del 5,8% da gennaio a settembre. In Europa, la produzione è aumentata dello 0,3% su base annua e in Germania del 4,3%, portando il totale dell’UE a 97,8 milioni di tonnellate nei nove mesi.

Tra i principali produttori, il Brasile ha registrato un incremento annuo del 9,9% a settembre, e la Turchia ha visto una crescita del 13,8% nel periodo gennaio-settembre. Tuttavia, la produzione iraniana è calata del 41,2% a settembre rispetto all’anno precedente.

 

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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group

Mercato acciaio ottobre 2022

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