Mercato europeo dei coils: nuove sfide e opportunità in un contesto in evoluzione
Il mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) si trova in una fase di transizione, influenzata da una domanda ancora contenuta e da un contesto internazionale in rapida trasformazione. Tuttavia, proprio in questa fase di aggiustamento, si aprono anche nuove possibilità per gli operatori che sapranno muoversi con flessibilità e visione strategica.
Nel corso della prima settimana di giugno 2025, i prezzi nel mercato europeo dei coils hanno mostrato un andamento leggermente ribassista, sia nel Nord Europa sia in Italia. A influenzare questo scenario sono principalmente l’atteggiamento attendista degli acquirenti – che preferiscono razionalizzare le scorte in vista dell’estate – e la presenza di offerte estere competitive, soprattutto dall’Asia e dalla Turchia.
Nonostante il momento di rallentamento, il settore mostra segnali di resilienza. Le quotazioni si stanno progressivamente avvicinando a un possibile punto di equilibrio, e diversi operatori ritengono che l’attuale fase di consolidamento possa creare le basi per una ripresa più strutturata nella seconda parte dell’anno, a partire da settembre.
Le importazioni, pur molto competitive in termini di prezzo, sono soggette a valutazioni più complesse. Le aziende europee stanno infatti iniziando a pianificare le proprie strategie di acquisto in vista della piena applicazione del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), che entrerà in vigore nel 2026. Questo elemento normativo rappresenta una svolta per il mercato, introducendo criteri ambientali più stringenti ma anche opportunità per i fornitori europei più attenti alla sostenibilità.
Un altro elemento da monitorare con attenzione è l’introduzione dei nuovi dazi sull’acciaio da parte degli Stati Uniti. Sebbene possano generare un incremento dell’offerta asiatica sul mercato europeo, questo scenario può essere anche un’occasione per rivedere le catene di fornitura in modo più efficiente, rafforzando il ruolo dei produttori e distributori europei in grado di offrire qualità, affidabilità e servizio.
Le trattative sui contratti a lungo termine per il secondo semestre sono ancora in corso, e la loro definizione sarà cruciale per delineare l’andamento del mercato nella seconda metà dell’anno. I clienti che sapranno cogliere le opportunità in questa fase di flessione potrebbero beneficiare di condizioni più favorevoli in prospettiva.
In conclusione, il mercato europeo dei coils vive una fase complessa ma non priva di margini di manovra. La chiave sarà adottare un approccio proattivo, basato su pianificazione, monitoraggio costante dei mercati e un dialogo aperto con i fornitori per individuare insieme le migliori soluzioni in un contesto che, pur sfidante, resta dinamico e ricco di possibilità.
[Nella foto un’immagine elaborata da SANGOI GROUP con l’Intelligenza Artificiale.]
Acciaio e industria europea: segnali contrastanti e incertezze sul futuro
Eurofer, ha pubblicato recentemente il proprio outlook sul settore dell’acciaio in Europa. I dati riferiti al secondo trimestre del 2025 evidenziano il perdurare di una fase complessa. Le aspettative di una ripresa per quest’anno sono state riviste al ribasso: invece della crescita inizialmente prevista (+2,2%), si prevede ora un calo dello 0,9%.
Nel quarto trimestre del 2024 si è registrata una lieve ripresa (+0,5%), ma i volumi di consumo (30,1 milioni di tonnellate) restano al di sotto dei livelli pre-pandemici.
Dal lato industriale, i settori utilizzatori di acciaio stanno vivendo una fase di rallentamento. L’indice SWIP (Steel Weighted Industrial Production), che misura la produzione nei settori chiave come costruzioni, automotive, elettrodomestici e ingegneria meccanica, ha segnato un calo del 4,9% nel quarto trimestre del 2024. Dopo aver mostrato resilienza fino a fine 2023, l’industria europea ha iniziato a sentire con maggiore intensità gli effetti della crisi energetica, della scarsità di componenti e del rallentamento globale.
Il settore delle costruzioni, primo consumatore di acciaio in Europa, è in una fase di rallentamento e non si prevede una vera inversione di tendenza prima del terzo trimestre del 2025. Anche l’automotive – secondo settore per utilizzo – ha registrato un calo significativo. Questi due comparti spiegano gran parte della contrazione del 3,7% registrata nel 2024 nella produzione industriale complessiva dei settori utilizzatori.
Le tensioni commerciali, in particolare l’introduzione di nuovi dazi statunitensi, stanno alimentando un clima di incertezza che pesa ulteriormente sulle prospettive del settore. Sebbene la Banca Centrale Europea abbia avviato una politica di allentamento monetario tra il 2024 e il 2025, gli effetti positivi non saranno visibili nell’immediato.
Il 2025 si preannuncia dunque come un anno ancora difficile, con un’ulteriore contrazione stimata dello 0,5% nella produzione industriale dei settori utilizzatori. Solo nel 2026 si intravede un possibile rimbalzo moderato (+1,3% nella produzione, +3,4% nella domanda apparente di acciaio), a condizione che le tensioni geopolitiche si attenuino e che il contesto industriale globale mostri segnali più chiari di stabilizzazione.
Il futuro dell’industria manifatturiera europea: tra sfide e nuove opportunità
Il 2025 e il 2026 si preannunciano come anni decisivi per l’industria manifatturiera europea. In un contesto globale in rapida trasformazione, l’Unione Europea sta cercando di compiere dei passi in avanti per rafforzare la competitività delle proprie imprese, tutelare i confini commerciali e promuovere con forza il marchio “Made in Europe”.Al centro della strategia delle politiche europee ci sono tre pilastri: semplificare la burocrazia, rafforzare il mercato interno e proteggere l’industria europea da pratiche commerciali scorrette. In quest’ottica, l’armonizzazione normativa tra Stati membri rappresenterebbe un’opportunità concreta per facilitare gli investimenti, accelerare l’innovazione e rendere l’Europa un polo manifatturiero più integrato e competitivo.
Le difficoltà – dalla concorrenza cinese ai costi energetici, fino all’instabilità geopolitica – sono note e l’industria europea auspica un rafforzamento dell’impegno istituzionale. I nuovi piani industriali, tra cui il Clean Industrial Deal e i piani d’azione settoriali, indicano la volontà di mettere in atto delle azioni concrete per favorire il rilancio del manifatturiero europeo.
La sfida è complessa, e vanno poste le basi per una nuova stagione industriale. L’Europa ha le competenze, l’ingegno per trasformare le difficoltà in un nuovo slancio produttivo se saranno messi in atto adeguati strumenti di rilancio.
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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group