Prospettive e sfide nel mercato europeo dei coils
I prezzi dei coils laminati a caldo (HRC) in Europa stanno risalendo, nonostante una domanda ancora debole. La risalita si deve alla scarsità di importazioni e alla politica commerciale dell’UE.
Fattori trainanti della ripresa dei prezzi
- Limitata disponibilità di importazioni: Le incertezze legate alla revisione della salvaguardia dell’acciaio da parte della Commissione europea hanno ridotto l’afflusso di materiale dall’estero.
- Riassortimento delle scorte: Nel Nord Europa, in particolare, si è assistito a un aumento degli acquisti per ricostituire le scorte.
- Influenza dei dazi USA: Le recenti notizie su potenziali dazi statunitensi e le imminenti elezioni in Germania stanno rafforzando il sentiment rialzista del mercato.
Situazione nei principali mercati europei
- Germania: La domanda rimane fiacca, con acquirenti prudenti in attesa dei risultati elettorali. Tuttavia, la ridotta disponibilità di materiali ha portato a un aumento dei prezzi.
- Italia: Il trading è rallentato a causa di una discrepanza tra le aspettative di prezzo di acquirenti e venditori ma questo non ha impedito il rialzo dei prezzi dei coils. Gli stock lungo la filiera sono sufficienti a permettere agli acquirenti di attendere l’evoluzione degli sviluppi normativi prima di effettuare ordini di rilevante entità.
- Mercato delle importazioni: I coils a caldo provenienti da Turchia e Indonesia risultano più competitivi rispetto ai prezzi europei, ma la domanda di importazione rimane bassa per via dell’incertezza sulle nuove misure di salvaguardia e sugli eventuali dazi.
Prospettive future
Le acciaierie tedesche hanno saturato la produzione per aprile, mentre i produttori europei si aspettano ulteriori aumenti di prezzo nelle prossime settimane, in attesa delle decisioni della Commissione europea sulla salvaguardia dell’acciaio, previste entro marzo. La combinazione di incertezza normativa, limitata offerta e riassortimento scorte mantiene un sentiment rialzista nel mercato.
[Nella foto un’immagine dallo shooting negli stabilimenti SANGOI GROUP.]
Le sfide dei produttori di acciaio tra dazi americani e impatto del CBAM
I produttori di acciaio europei si trovano ad affrontare una doppia sfida: da un lato, l’applicazione dei dazi statunitensi sulle importazioni di acciaio e prodotti derivati; dall’altro, le implicazioni del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) e delle norme sulla decarbonizzazione in Europa.
1. I dazi statunitensi e l’impatto sul mercato europeo
L’amministrazione Trump ha introdotto un dazio del 25% sulle importazioni di acciaio, con l’estensione della tariffa a 167 articoli derivati, tra cui strutture prefabbricate, griglie e parti di macchine. Questa politica mira a proteggere i produttori nazionali, ma ha creato forti preoccupazioni tra le aziende europee, specialmente in Germania. Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato di esportazione dell’acciaio europeo (20% delle importazioni americane proviene dall’UE), e la Germania da sola esporta circa 1 milione di tonnellate all’anno.
Le aziende temono che i dazi riducano la competitività dei produttori europei, portando a un calo della domanda e alla rilocalizzazione degli ordini verso altri mercati. Inoltre, vi è il rischio che l’acciaio destinato agli USA venga deviato in Europa, causando un eccesso di offerta e un possibile calo dei prezzi. La federazione siderurgica tedesca WV Stahl ha chiesto all’UE di proteggere il mercato interno e di negoziare un accordo con gli USA per limitare gli effetti negativi della politica protezionistica americana.
2. Il CBAM e le sfide della decarbonizzazione
L’industria siderurgica europea deve affrontare anche il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), introdotto dall’UE per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Sebbene il CBAM miri a garantire una concorrenza equa tra produttori europei e stranieri, la sua implementazione solleva preoccupazioni.
EUROFER, la federazione europea dell’acciaio, ritiene che il CBAM debba essere migliorato per garantire un equilibrio tra semplificazione burocratica ed efficacia nel proteggere il settore. Le principali criticità includono:
Il rischio di rimescolamento delle risorse, che potrebbe compromettere la reale efficacia del meccanismo.
La necessità di proteggere le esportazioni europee per evitare la perdita di competitività sui mercati globali.
L’estensione del CBAM ai prodotti derivati per coprire tutta la catena del valore dell’acciaio.
Italia e Francia sostengono una revisione del CBAM per evitare che l’industria siderurgica e chimica europea venga penalizzata rispetto ai concorrenti internazionali. Il Commissario europeo per il clima ha proposto l’esclusione dell’80% delle aziende UE dal CBAM per ridurre gli oneri amministrativi, ma vi è ancora incertezza sulle modalità di attuazione.
3. Strategie aziendali e prospettive future
Le incertezze legate ai dazi USA e al CBAM hanno spinto aziende come ArcelorMittal a valutare strategie di delocalizzazione di alcune funzioni di supporto in India per ridurre i costi operativi. La società ha anche sospeso alcuni investimenti in decarbonizzazione in Europa, in attesa della revisione delle politiche UE.
Il futuro dell’industria siderurgica europea dipenderà dalla capacità dell’UE di negoziare con gli Stati Uniti, rivedere il CBAM per bilanciare competitività e sostenibilità, e supportare gli investimenti nella transizione ecologica senza compromettere la redditività del settore.
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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group