Aggiornamenti sul mercato dei piani 5 febbraio 2024

Prospettive e sfide nel mercato europeo dei piani

Il trend crescente dei prezzi dei coils nel mercato europeo non ha ancora mutato la sua direzione. La tendenza al rialzo è alimentata dalla limitata disponibilità di prodotti piani in Europa anche se molti operatori dubitano sulla tenuta del trend al rialzo considerata la debolezza della domanda finale. I buyers esprimono un sentiment orientato alla prudenza con acquisti molto modesti.

Pur comprendendo le perplessità degli operatori è opportuno evidenziare una serie di fattori che contribuiscono all’andamento dei prezzi in controtendenza con il rallentamento del mercato finale.

Limitate produzioni di piani in Europa ed in Italia

La capacità produttiva effettivamente utilizzata per la produzione di piani in Europa è stata fortemente limitata dai fermi per manutenzione che hanno riguardato numerosi altoforni nel 2023. Sebbene molti di essi siano stati rimessi in funzione, perdura un deficit di utilizzo di capacità produttiva.

Tra gli impianti sottoutilizzati è nota la situazione della ex Ilva con un impianto da 12 milioni di tonnellate di piani prodotte in passato, prima delle vicende giudiziarie ed ora fortemente ridimensionato nelle sue potenzialità produttive. L’insuccesso della joint venture tra ArcelorMittal e lo Stato Italiano ha portato al ripiegamento su una produzione che stenta ora ad arrivare alle 3 milioni di tonnellate.

Altri impianti in Europa sono stati definitivamente chiusi o ridimensionati. Conseguentemente la capacità produttiva dei piani in Europa si è complessivamente ridotta.

In questo quadro viene colta con interesse la notizia del futuro impianto di piani di Metinvest a Piombino. Il progetto risponde all’esigenza dell’acciaieria di sostituire gli impianti distrutti di Mariupol in Ucraina. Il nuovo impianto comporterà un investimento di 2 miliardi di euro e produrrà 2,7 milioni di tonnellate/anno di bobine laminate a caldo con forno elettrico ad arco. Si prevede però che l’impianto possa diventare operativo solo tra qualche anno. Va inoltre evidenziato che nonostante Metinvest stia dando priorità alla sua futura acciaieria per i piani a Piombino, essa non esclude in futuro la possibilità di diventare anche azionista del produttore di acciaio attualmente in difficoltà Acciaierie d’Italia. Metinvest sta per ora fornendo a Taranto le materie prime e le bramme di approvvigionamento per i suoi stabilimenti italiani. Le prospettive di Acciaierie d’Italia restano comunque molto incerte.

Le difficoltà di import di acciaio dall’estero.

Le conseguenze delle limitate produzioni di piani in Europa in termini di insufficiente disponibilità di materiale sul mercato sono aggravate dalle difficoltà di approvvigionarsi di coils dall’import.

Quote di salvaguardia dell’UE

La saturazione di molti contingenti di salvaguardia dell’acciaio della UE ha fortemente ridotto il ricorso all’import di bobine di acciaio nelle scorse settimane. Gli operatori evitano di esporsi al rischio del pagamento dei dazi legati alla complicata normativa sulla salvaguardia. Inoltre a fine gennaio ha preso il via anche la rendicontazione delle emissioni di carbonio integrate ai sensi dei regolamenti CBAM dell’UE aggiungendo ulteriore complessità all’attività di import. Tutto ciò riduce l’attrattiva delle importazioni a beneficio del consolidamento dei prezzi più elevati offerti dai produttori europei nel mese di gennaio.

 La crisi del trasporto marittimo del Mar Rosso

Oltre alle problematiche del quadro normativo sull’import di acciaio, va considerato l’impatto degli attacchi alle navi mercantili destinate al Canale di Suez. Gli atti di pirateria sulle navi in transito contribuiscono a limitare l’interesse per le offerte di importazione di acciaio asiatico. Questo in particolare si è verificato dopo la revisione delle rotte di spedizione con aggravio dei costi e allungamento dei tempi di consegna.

Alcuni produttori di acciaio asiatici si sono ritirati dal mercato europeo in seguito degli ingenti aumenti dei costi di spedizione. Le principali compagnie di navigazione hanno infatti deviato tutte le navi lontano dal Canale di Suez con aggravi dei noli marittimi.

Altre implicazioni dei problemi di traffico marittimo

Un’ulteriore conseguenza delle difficoltà del traffico marittimo nel Mar Rosso potrebbe riguardare il rincaro del costo dell’energia che costituisce una voce di costo molto rilevante per i produttori di acciaio.

Dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’UE ha aumentato le importazioni di petrolio e gas naturale liquefatto dal Medio Oriente attraverso il Canale di Suez. Conseguentemente la crisi del Mar Rosso potrebbe portare anche ad un’impennata dei prezzi dell’energia.

Gli economisti ritengono che le principali economie dell’UE potrebbero subire il ritorno dell’aumento dell’inflazione se i problemi di spedizione non dovessero risolversi rapidamente. Ciò inciderebbe negativamente sulla fiducia nel settore siderurgico.

L’inflazione complessiva dell’Eurozona è aumentata dal 2,4% di novembre al 2,9% di dicembre. Ciò è stato in gran parte attribuito alla graduale eliminazione dei sussidi energetici governativi.

In conclusione

Il mercato dei piani in Europa continua ad essere condizionato da molti fattori che contribuiscono ad accrescere la complessità e l’incertezza sul suo futuro andamento. E’ opportuno seguire con attenzione il suo evolversi ai fini delle proprie scelte e decisioni.

 

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Alessandra Sangoi

Alessandra Sangoi
CEO

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