Mercato europeo dei coils in Europa e in Italia: stabilità apparente in contesto di incertezze regolatorie
Il mercato europeo dei coils laminati a caldo (HRC) attraversa una fase di sostanziale stabilità, caratterizzata da una domanda contenuta e da un clima di forte incertezza normativa e commerciale. Dopo un’estate segnata da acquisti consistenti di materiale importato, soprattutto dall’Asia e dalla Turchia, il mese di settembre si è aperto con scambi modesti sia nel Nord che nel Sud Europa.
Europa: slancio interrotto e prezzi stabili
Nel Nord Europa, i fornitori avevano cercato di consolidare gli aumenti realizzati tra luglio e agosto, ma il mercato non ha sostenuto ulteriori rialzi. Le acciaierie hanno presentato nuove proposte per le consegne autunnali, ma gli acquirenti si sono mostrati cauti, ritenendo i livelli richiesti poco giustificati dall’attuale debolezza della domanda a valle.
Gli operatori parlano di una ripresa dei prezzi fragile, sostenuta più da fattori esterni — come le incertezze legate al Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) e alle possibili nuove misure di salvaguardia — che non da una reale ripartenza della domanda industriale. Questo ha frenato anche l’appetito per le importazioni, considerate rischiose sia per i tempi di consegna lunghi sia per i possibili dazi aggiuntivi legati al nuovo meccanismo europeo.
A complicare il quadro, si aggiungono le tensioni commerciali con gli Stati Uniti: le recenti tariffe imposte da Washington hanno di fatto chiuso il mercato statunitense dell’acciaio a molte aree geografiche di provenienza, spostando maggiori flussi verso l’UE. Un fenomeno che, secondo molti operatori del settore espone i produttori europei a una concorrenza crescente e a un rischio di saturazione interna.
Italia: mercato in ripartenza lenta
In Italia, la ripresa post-estiva si conferma ancora più lenta. Dopo gli acquisti massicci di luglio da fornitori extraeuropei, gli operatori locali hanno preferito mantenere un atteggiamento attendista, avendo già accumulato scorte sufficienti. Le acciaierie nazionali hanno cercato di proporre nuovi aumenti per le consegne autunnali, ma hanno incontrato una forte resistenza da parte degli acquirenti, che vedono nella domanda finale ancora troppo debole un ostacolo alla sostenibilità di ulteriori rincari.
Gli scambi si sono quindi limitati a poche transazioni isolate, soprattutto per coprire esigenze immediate, mentre sembrerebbe che gli operatori della distribuzione siano orientati a riservare i prossimi volumi significativi di acquisti nei mesi di ottobre e novembre.
Prospettive
Gli analisti concordano sul fatto che i produttori europei avranno una finestra di opportunità nei prossimi mesi per sostenere i prezzi, soprattutto se il CBAM e le nuove salvaguardie sulle importazioni saranno applicati in modo restrittivo. Tuttavia, qualsiasi tentativo di spingere troppo in alto i livelli rischierebbe di rivelarsi controproducente, spingendo nuovamente gli acquirenti a rivolgersi al mercato estero appena le condizioni lo renderanno vantaggioso.
Il quadro rimane dunque di equilibrio precario: da un lato le acciaierie europee puntano a recuperare margini e a stabilizzare il mercato attraverso leve regolatorie; dall’altro, gli acquirenti mantengono un approccio difensivo, condizionati dalla debolezza della domanda reale e dalla consapevolezza che le scorte accumulate nei mesi estivi permettono ancora di rimandare decisioni di acquisto consistenti.
[Nella foto un’immagine dell’archivio di SANGOI GROUP.]
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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group