Aggiornamenti sul mercato dei piani 16 settembre 2024

Prospettive e sfide nel mercato europeo dei coils

Il mercato europeo dei coils laminati a caldo continua a essere influenzato negativamente da una domanda debole, un eccesso di offerta e una forte concorrenza delle importazioni. Questi fattori hanno mantenuto sotto pressione i buyers che si sono mostrati cauti, astenendosi dal fare acquisti a causa dell’incertezza sulle prospettive di mercato. Le acciaierie europee hanno tentato di stabilizzare i prezzi, ma la scarsa domanda ha impedito di ottenere risultati significativi. Come sottolineato da un acquirente: “I consumatori finali non stanno rifornendosi e attendono di vedere come evolverà il mercato tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre“.

Secondo gli operatori di settore, il calo dei prezzi delle principali materie prime e la competizione delle importazioni avranno un peso sull’evoluzione del mercato. I prezzi cinesi, in particolare, rimangono deboli, e le offerte provenienti dalla Cina assorbono già anche la possibilità dell’applicazione di dazi. Tuttavia, le proposte dai Paesi asiatici risultano poco allettanti per il mercato europeo a causa dei lunghi tempi di consegna – circa quattro mesi dall’ordine – e delle incertezze legate ai nuovi dazi antidumping.

Anche in Italia la situazione non è differente, con un’attività di trading molto limitata. Il rallentamento del mercato dell’automotive e la contrazione del PIL in Germania – uno dei principali mercati di riferimento per l’Italia – contribuiscono a mantenere il quadro complessivo incerto. Alcuni produttori europei hanno cercato di alzare i prezzi di 20-30 euro/tonnellata per recuperare margini, ma il contrasto ribassista rimane forte. L’eccesso di materiale e lo squilibrio tra domanda e offerta sono ancora troppo evidenti.

[Nella foto un’immagine dallo shooting negli stabilimenti SANGOI GROUP.]

 

Il settore automotive e la crisi di Volkswagen

La domanda di acciaio nel settore automobilistico si è ridotta del 10-15%, come messo in evidenza dalle recenti decisioni di Volkswagen (VW). La casa automobilistica tedesca ha annunciato la possibile chiusura di alcuni stabilimenti in Germania, a causa della situazione economica sempre più complessa e dell’ingresso di nuovi concorrenti nel mercato europeo. “La Germania continua a perdere competitività come piazza economica”, ha dichiarato l’amministratore delegato Oliver Blume. “In questo contesto, come azienda dobbiamo agire con determinazione”.

Volkswagen Passenger Cars prevede di contribuire significativamente agli utili del gruppo entro il 2026, ma le attuali dinamiche di mercato e la stagnazione dell’economia tedesca richiedono azioni più incisive. La priorità del gruppo Volkswagen AG è ora creare un margine finanziario per investimenti futuri, senza i quali gli stabilimenti rischiano di essere sottoutilizzati. La necessità di una ristrutturazione complessiva dei marchi è stata ribadita dal consiglio di amministrazione, con l’obiettivo di ottimizzare i costi di produzione, materiali, vendite e manodopera.

La possibilità di chiudere impianti non è esclusa, una decisione che segnerebbe un evento storico per VW, che mai in 87 anni di attività ha interrotto la produzione nei suoi stabilimenti tedeschi. Gli esperti del settore automobilistico avvertono che la crescente competizione, i costi della logistica, dell’energia e della manodopera stanno rendendo sempre più difficile per Volkswagen mantenere i suoi margini. La situazione è ulteriormente aggravata dal ritardo nei veicoli elettrici (EV) rispetto ai rivali in Cina e dall’afflusso di auto cinesi a prezzi competitivi sul mercato europeo.

 

La necessità di un piano di competitività per l’UE

In questo contesto di debolezza di prospettive per il mercato europeo dei piani, il rapporto dell’ex presidente della BCE, Mario Draghi, assume una rilevanza particolare. Il documento traccia le misure necessarie per rilanciare la competitività economica dell’Unione Europea, che, secondo Draghi, rischia una “lenta agonia” se non riuscirà a colmare il divario con i suoi concorrenti.

Il rapporto evidenzia diverse questioni cruciali per il settore siderurgico. Il Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM), se non corretto, potrebbe generare elevati rischi di delocalizzazione. Draghi sottolinea l’urgenza di rendere il CBAM più efficace, promuovere le esportazioni dell’UE ed estendere il meccanismo anche ai settori downstream. Nonostante la crescente adozione delle energie rinnovabili, l’industria siderurgica europea non ha ancora beneficiato di una riduzione significativa dei prezzi dell’energia, richiedendo interventi tempestivi.

Infine, il rapporto sottolinea la necessità di una politica commerciale flessibile e reattiva da parte dell’UE, in grado di affrontare rapidamente le distorsioni di mercato. Draghi avverte che, mentre la crescita economica in Europa è stata debole rispetto a Stati Uniti e Cina, la crisi energetica, l’aumento della concorrenza globale e i rischi geopolitici hanno evidenziato le vulnerabilità del modello economico europeo, rendendo urgente un cambiamento strutturale.

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Editor-in-Chief : Alessandra Sangoi
CEO di SANGOI Group

Mercato al 16 settembre 2024

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